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Ha ragione Napolitano, basta con i veleni

Più ci avviciniamo alla data fatidica del 27 novembre che segnerà le sorti parlamentari di Silvio Berlusconi, indiscusso capo di uno dei due pilastri su cui si regge istituzionalmente il governo delle larghe intese, meno si sente parlare di quella agibilità politica che dovrebbe consentire un corretto esercizio della democrazia parlamentare nel rispetto delle indicazioni popolari. Che non costituiscono una pagina oscura della storia politica italiana più recente e semmai vanno razionalmente analizzate per qualsiasi, realistica ripartenza del dibattito insoluto sulle riforme da introdurre in Italia dopo decenni di elusioni.

Nell’incontro solenne fra i due capi di Stato che risiedono a Roma, il presidente Napolitano, con amarezza ma con forte vis polemica nei confronti della classe politica (come di quella dei media e delle corporazioni che sanno solo congelare il peggio delle nostre inclinazioni), ha urlato che siamo immersi in un clima avvelenato insostenibile e abbiamo l’obbligo civile di liberarcene. Ovviamente dal privilegiato osservatorio del Quirinale si registrano sommovimenti velenosi che vanno al di là di quelli visibili nelle correnti polemiche.

I veleni condannati con senso di responsabilità da Napolitano non sono soltanto le mille beghe che stanno ottenebrando le menti di tutti i gruppi che stanno sconquassando il Pd, il Pdl, Scelta Civica, le residue pattuglie cattoliche, persino i grillini. I quali giungono a spropositi come la comprensione verso i terroristi che abbatterono la nostra missione di pace a Nassyria, fra l’altro in concomitanza con analoghe valutazioni espresse da intellettuali di sinistra, come Erri De Luca, che paiono voler recuperare le teorie nichiliste del 1977-1978 che portarono le Brigate Rosse ad un passo dal travolgere lo Stato democratico.

Almeno i grandi schieramenti impegnati in discussioni che avvengono alla luce del sole e sfociano in decisioni parlamentari e in scelte congressuali, cerchino di soffermarsi a riflettere sulla agibilità politica liberandosi di quei veleni denunciati da Napolitano. Che parla con la disperazione nel cuore, esprimendo i sentimenti veri di quella grande maggioranza di moderati italiani che si allontanano dalla politica perché non comprendono più le sue varie lingue; e non vogliono farsi ulteriormente immischiare in un clima di velenosità permanente e in una guerra d’odio che si prolunga da troppo tempo e non lascia aperta la speranza a salvare almeno le generazioni più giovani da un disastro dovuto a stupidità e aridità umana e per niente prodotte da un destino cinico e baro.



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