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“Niet” grazia al Cav. Il “leonino coraggio” di Giorgio smentisce Caprara!

Dimostrando quel “leonino coraggio”, che mai ha esibito nel corso della sua lunghissima carriera politica, Re Giorgio II ha respinto la richiesta di grazia, inoltrata dai legali del sen.Silvio Berlusconi. Dunque, onore a nonno Quirinale per aver sfidato la quasi unanime volontà popolare, favorevole a un provvedimento di clemenza per l’amato Cavaliere…
Da lassù, chissà se Massimo Caprara avrà sorriso all’indomito ardimento del suo concittadino e compagno. Proprio Caprara, che fu il segretario particolare di Togliatti, ebbe così ad esprimersi sul deputato partenopeo : “Giorgio ? Quando si arrabbia, ruggisce ! Ma i suoi ruggiti somigliano a dei belati !”.
Ma i vecchi cronisti non ricordano neppure un belato di Napolitano, quando il segretario del Pci, Togliatti, chiese e ottenne all’allora Capo dello Stato, Giuseppe Saragat, la grazia per il “compagno assassino”, Francesco Moranino.
Costui, a guerra di Liberazione ormai finita, giustiziò tre partigiani, ritenendoli, a torto, dei traditori e, spietato, uccise anche le loro mogli. Condannato all’ergastolo, Moranino fuggì in Cecoslovacchia. Tornato, dopo la grazia, in Italia, venne eletto senatore del Pci, nel rigoroso silenzio-assenso del prudente e cauto parlamentare campano. Che, nella sua regione, mai sfidò apertamente Bassolino, pur essendo, da sempre, avversario dell’allora Governatore dalemiano.
Nè, dopo essere stato nel Pci e poi nel PDS uno dei dirigenti più vicini a Craxi, Napolitano ritenne di spendere una parola a favore del ritorno in Italia “per ragioni umanitarie” di Bettino, raggiunto da ordini di cattura del pool di Milano per Tangentopoli, ma gravemente ammalato e curato non bene in Tunisia.

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