“il renaudot è un premio importante – fra i giurati c’è il premio nobel jean-marie le clézio – attribuito a un pedofilo che fa apologia della pedofilia”. così oggi sul corriere della sera stefano montefiori commenta, perplesso, il premio per la saggistica appena conferito allo scrittore francese gabriel matzneff.
forse, non avrei notato la notizia se sempre oggi, nella prima mattinata, non avessi letto che la pedofilia non è più una malattia mentale secondo la associazione degli psichiatri americani ma un orientamento sessuale, come gli altri.
diceva agatha christie che “un indizio è un indizio, due indizi una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. non ho (ancora) il terzo indizio (la mostra di balthus alla gagosian gallery di new york non può essere considerata tale in quanto, da sempre, il pittore della giovani fanciulle in fiore gode dell’immunità della sua meravigliosa arte).
sono, però, pronto a scommettere che, a breve, qualcuno chiederà in nome della libertà la revisione della disciplina penale. in olanda c’è già una fondazione che promuove la pedofilia e un tribunale ha sentenziato che non è perseguibile.
d’altro canto, se è solo un orientamento sessuale come potrà continuare ad essere penalmente censurabile? la storia insegna che, nel passato, il matrimonio si contraeva in giovanissima età. ricorda corrado augias – nel volume “inchiesta su maria” – che la veronese giulietta aveva 14 anni e che: “la sola cosa che si prendeva in considerazione era la capacità d’una donna di generare; il concetto di adolescenza, di prima giovinezza comincia solo nel XIX secolo”.
il futuro è nel passato? per me è un nuovo segno che il mistero dell’anomia è in atto.