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Renzi e Cuperlo, linguaggi a confronto

Dimmi come scrivi (la mozione) e ti dirò chi sei. Analizzare le parole utilizzate da Matteo Renzi e Gianni Cuperlo nei loro manifesti congressuali può aiutare a comprendere la personalità dei pretendenti alla segreteria Pd. E’ questo l’esercizio di stile in cui si è cimentato Giovanni Laccetti, autore Rai, per Termometro politico, sito dedicato ai sondaggi e alla comunicazione politica.

LA LUNGHEZZA

La lunghezza dei documenti è sostanzialmente la stessa, 5.228 per Renzi, 5.007 per Cuperlo. E’ la densità dei concetti a variare notevolmente. Sono 69 le frasi del sindaco di Firenze, ne riesce a infilare 6-7 ogni cento parole. Il documento del candidato dalemiano ne contiene invece 42, 5.3 ogni cento parole.

IL PUNTEGGIO

Ciò è dovuto allo stile scelto dai due candidati. Renzi preferisce frasi brevi, lapidarie, una sintassi semplice. Infatti, secondo l’indice di leggibilità Gulpease, raggiunge un punteggio di 39,6 che corrisponde a un’età di lettura di 13 anni. Più complesso il linguaggio cuperliano che registra un Gulpease di 43 punti, cioè uno scritto che può venire letto e compreso senza difficoltà dai 15 anni in su.

GLI ARGOMENTI

Anche la suddivisione degli argomenti rivela molto. Solo 21 le frasi renziane sono dedicate al Pd, le altre 43 alla politica nazionale, alle elezioni, agli errori del passato della sinistra. Una conferma quindi del pensiero secondo cui le mire del Rottamatore non guardano tanto alla leadership del partito, quanto a quella del Paese. Solo cinque le frasi sulla politica nazionale di Cuperlo che invece si concentra a immaginare il nuovo Pd in altre 34.

Nuovo capitolo interessante del focus è quello sulle frasi dedicate al Pd. Delle 21 frasi su Largo del Nazareno del sindaco, 18 contengono negazioni, dicono come non dovrebbe essere il partito. Delle 34 frasi di Cuperlo, tutte tranne una parlano al “positivo” del Pd.

LE PAROLE

È la parola “idea” quella più rilevante nello scritto di Cuperlo, al secondo posto la parola “Congresso” che invece viene citato una sola volta da Renzi alla fine. Eloquenti le cinque parole d’ordine di Cuperlo: congresso, idea, candidato, partito, scelta. Soprattutto se paragonate a quelle renziane, poco democrat e molto personal: idea, persona, imbroglione, voto, cognome. Nell’invito al voto di Cuperlo non compare mai la parola primarie, in quello di Renzi compare cinque volte. Questione di priorità.

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