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Sardegna e Filippine, la versione del ministro Orlando

“L’anno 2013 è un importante punto di transizione. Quest’anno vi è stata anche una chiara dimostrazione di quanto sia pericoloso e impegnativo il cambiamento climatico sia per i Paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo. Il mio pensiero va alle vittime delle recenti calamità, negli Stati uniti, nelle Filippine, in Italia nella nostra meravigliosa Sardegna. Dobbiamo agire subito. Non possiamo posporre le nostre decisioni più a lungo”. L’allarme sugli eventi estremi lo lancia dal vertice Onu sui cambiamenti climatici il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando parlando alla plenaria della Cop19 (la 19esima Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Unfccc) a Varsavia.

ASSOCIAZIONI E ONG ABBANDONANO VERTICE ONU, E’ PRIMA VOLTA
Dal vertice climatico in Polonia però arrivano cattive notizie. Infatti le associazioni e le grandi Ong del mondo hanno preso la decisione di lasciare la Cop perché – dicono – intendono “concentrarsi su come mobilitare la gente per spingere i governi ad assumere la leadership per una seria azione per il clima”. Un fatto eccezionale: è “la prima volta che accade che si abbandoni una Cop”. La responsabile clima ed energia del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla, spiega che “la Conferenza sul clima è a un livello bassissimo e assolutamente non al passo con quanto richiesto dalla comunità scientifica”.

ORLANDO, PER AZIONI URGENTI SERVONO 2,5 MLD ALL’ANNO
Orlando ha parlato poi della strategia italiana per un’economia a basso tenore di carbonio, raccontando dell’impegno per le rinnovabili e delle politiche e delle misure di efficienza energetica. In particolare ha fatto presente il ruolo fondamentale della “mitigazione e dell’adattamento”, ricordando di quanto sia “necessario integrare l’adattamento delle politiche di sviluppo a tutti i livelli”. Per il ministro “le risorse finanziarie necessarie per attuare azioni urgenti” sono “stimate in circa 2,5 miliardi l’anno per i prossimi 15 anni sia dal settore pubblico che privato”.

LA LEGGE SUL CONSUMO DEL SUOLO
A proposito dell’emergenza alluvione in Sardegna, Orlando ha chiesto “più risorse perché la lotta al dissesto è la più grande opera infrastrutturale del nostro Paese e una rapida approvazione della legge sul consumo del suolo”, licenziata a giugno dal Consiglio dei Ministri e che di recente ha avuto il via libera, con osservazioni, dalla Conferenza Unificata. Insomma per il ministro “sono questi gli interventi prioritari per evitare i disastri come quello accaduto in Sardegna”.

LA STRATEGIA DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI DEL MINISTERO
L’impegno del ministero dell’Ambiente è tutto scritto in un documento, la ‘Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici’, che fino al 31 dicembre è aperta alla consultazione pubblica, per offrire la possibilità di intervenire con proprie osservazioni. E nel ‘Piano’ “alluvioni lampo” (bombe d’acqua) ed “eventi estremi” sono tra i pericoli che corre il nostro Paese. E’ per questo che, tra le altre cose, viene previsto un censimento delle aree più a “rischio” per intervenire in modo “urgente” con azioni che tengono conto dei cambiamenti climatici.
In particolare sono due i punti su cui riflettere, anche alla luce dell’alluvione in Sardegna per la quale è stato dichiarato lo stato emergenza da parte del Governo: dissesto idrogeologico e risorse idriche. Viene subito ricordato, per il dissesto, come sia “evidente che la vulnerabilità del Paese sta variando, soprattutto nei confronti degli eventi” estremi, brevi ed intensi. Le misure indicate – previste in quattro capitoli di azioni – vanno dalla predisposizione di una “rete meteo-idro geologico” alla mappatura delle aree più a rischio e di quelle allagabili, ai sistemi di previsione in tempo reale fino alla progettazione di opere che tengano conto delle modifiche apportate dai cambiamenti climatici. Nel capitolo dedicato alle ‘risorse idriche’, la Strategia pensa anche alla possibilità di ‘assicurazioni’ quali strumenti economici per la gestione del rischio climatico.


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