Chi si aspettava rullo di tamburi di guerra e aizzamenti per una caccia al traditore, sarà rimasto deluso. La rottamazione del Pdl per far rinascere Forza Italia non segna un fossato tra i lealisti berlusconiani che daranno vita alla riesumata Forza Italia ma si celebra solo quasi un divorzio consensuale, se si è ascoltato il discorso che Silvio Berlusconi ha pronunciato al Consiglio nazionale tenuto oggi all’Eur.
IL RABBUFFO
L’ex premier ha infatti quasi placato, con il suo discorso, ardori e risentimenti ultraberlusconiani verso la decisione dei cosiddetti governisti capitanati da Angelino Alfano. Certo, Berlusconi ha ironizzato sul nome Nuovo Centrodestra voluto da Alfano & Co. (specie sul nuovo, con una bacchettata a qualche canuto rappresentante e a qualche politico di lungo corso che si definisce nuovo) ma è quasi una carezza che un robusto rabbuffo quello di Berlusconi verso gli (ex?) berlusconiani.
VERSO LA COALIZIONE DEI MODERATI
Il fondatore di Forza Italia e del Pdl ha anche detto di più: il Pdl con tutta probabilità resterà il marchio della coalizione dei moderati di cui faranno parte – secondo Berlusconi – Forza Italia, la Lega, Fratelli d’Italia e – udite udite – il Nuovo Centrodestra, ovvero chi ha deciso di non aderire a Forza Italia perché ritiene che il governo debba comunque andare avanti fino al 2015 e che dunque la decadenza di Berlusconi non è una questione politica che debba influenzare il corso del governo delle larghe intese, andando magari in maniera sciagurata ad elezioni anticipate senza fare le necessarie riforme, ma solo una questione giudiziaria che riguarda Berlusconi.