Oggi, su Repubblica, c’è una intervista a Yoram Gutgeld, il senatore del Pd che ricopre il ruolo di “consigliere economico” di Matteo Renzi. Il quale Gutgeld illustra le sue proposte per uno shock alla finanza pubblica ed all’economia italiane. Tra queste proposte ce n’è una che è semplicemente geniale, almeno per gli standard della politica italiana.
Il pretesto è il libro di Gutgeld “Più uguali, più ricchi”, in uscita mercoledì. In esso sono contenute le “proposte”. Tra le quali ve n’è una in particolare. Leggere per credere:
Nel libro sostiene che va abbattuto il costo del lavoro, il governo Letta comincia a farlo con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, e lei lo considera niente?
“È nulla, non niente. Avrei fatto un’operazione shock: 15-20 miliardi di privatizzazioni per ridurre le tasse.
Ma non si può fare. Quello che si ricava dalle dismissioni deve andare, secondo le regole europee, alla riduzione del debito.
“Si può negoziare tutto, anche questo”
Trovate l’errore. A parte il “si può negoziare tutto” (se così fosse, avremmo già ottenuto di fare deficit aggiuntivo per ridurre la pressione fiscale, come invocano ormai tutti i nostri migliori accademici-editorialisti), qui siamo di fronte all’idea geniale di fare dismissioni (ammesso e non concesso di riuscirci), e destinare il ricavato non ad abbattere lo stock di debito ma a ridurre le tasse. E poi, dall’anno successivo, quando abbiamo esaurito i fondi rivenienti dalle privatizzazioni, con cosa manterremo le tasse al loro nuovo e minore livello?, obietteranno i più vispi tra voi.
Ebbene, pare che a Gutgeld simili dettagli non interessino.