Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Unicredit, Intesa e Generali, ecco quanto vale il regalino bankitaliano di Letta e Visco

Nello studio elaborato con la consulenza di tre esperti indipendenti si stima che il valore della Banca d’Italia sia pari a 7 miliardi, usando un semplice Dividend Discount Model (Ddm) a due stadi. È una frazione delle sole riserve valutarie accumulate dalla Banca d’Italia nel corso della sua storia.

PROPRIETÀ DELLO STATO?
Visto che il Ddm non ha alcun senso se dobbiamo valutare le riserve auree ed è comunque pleonastico per valutare portafogli titoli per i quali esista già una valutazione di mercato, evidentemente si dà per scontato che le riserve valutarie, stimate in oltre 100 mld di euro, non siano di proprietà della Banca d’Italia, ma dello Stato.

PRECISAZIONI NECESSARIE
Dal valore della Banca d’Italia, nel progetto in questione, vengono altresì scorporate tutte le riserve statutarie, stimate pari a 23 miliardi di euro. Se nella sostanza siamo tutti d’accordo che l’oro è dello Stato, prima di “privatizzare” la Banca sarebbe necessario precisare con la massima chiarezza quali attivi sono della nostra banca centrale e quali invece sono solo in sua custodia. Vale la pena rischiare di dimenticare qualcosa nella fretta di recuperare le risorse per finanziare l’abolizione dell’IMU prima casa?

L’AUMENTO PATRIMONIALE
Ipotizziamo pure che Banca d’Italia “privata” riceva un capitale di 7 miliardi. Con un dividend-yield del 6%, nello studio si stima che il flusso di dividendi per gli azionisti sia pari a 420 mln. Anche usando la stima più elevata di gettito (1,5 mld), in quattro anni gli azionisti si ripagherebbero l’esborso, senza dover vendere neanche una quota e beneficiando quindi in pieno dell’impatto positivo dell’aumento patrimoniale. Non male, soprattutto se si tiene conto che nel 2012 sono stati distribuiti agli azionisti “storici” circa 70 mln.

LA FONTE DEI DIVIDENDI
La seconda considerazione riguarda la fonte dei dividendi. Se agli azionisti privati non viene destinata la quota di utili che la Banca d’Italia ottiene con la gestione, ortodossa e eterodossa, della politica monetaria, quale altra attività può svolgere per generare dividendi? Di primo acchito diremmo la gestione del patrimonio conferito. Se il patrimonio è prudenzialmente investito in Btp, per arrivare al 6 per cento di rendimento calcolato nello studio è necessario attingere ad una parte delle cedole guadagnate anche sulle riserve non di spettanza degli azionisti.

Clicca qui per leggere l’analisi completa sul sito de Lavoce.info

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter