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Vi racconto la mia idea di destra (senza urla)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ha ragione Marco Bertoncini quando osserva a proposito della spaccatura nelle destre italiane che “sono, però, soprattutto le ambizioni personali a bloccare, in prospettiva, la riconduzione a unità delle tante anime di destra“. Meno quando si certifica che a destra c’è inflazione di destre, per una ragione semplice.

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LA MIA DESTRA

La destra non è un luogo ma un fluttuare costante e dannunziano di idee, che a volte si riescono a concretizzare altre meno. È il caso dell’apertura ai privati di Omnitel, ad esempio, realizzata quando ministro delle Telecomunicazioni era Pinuccio Tatarella, o la Giornata della Memoria per i martiri delle Foibe, di cui sono stato modesto ispiratore o di un ragionamento, ponderato ma franco, che oggi vorremmo proporre sulla moneta unica e sulle regole di convivenza che, come si è visto non solo in Grecia, creano discrepanze.

GLI ERRORI DEL PASSATO

Sto dicendo che gli errori del passato, non pochi, devono essere messi a frutto dalla nuova destra per offrire un’alternativa, non urlata né sloganeggiante tout court alla Renzi, all’insipienza delle larghe intese e di due blocchi ieri contrapposti che oggi si stanno annullando: provvedendo solo ad aumentare il carico fiscale, ad evitare la ripresa o a svendere i gioielli di famiglia senza una precisa logica industriale, ma con il corto respiro di realizzare un po’ di cassa che a sua volta sarà sufficiente dare ossigeno all’Italia per pochi mesi.

COME ESSERE EURO SCETTICI

Non è un terreno astruso quello su cui si poggia il possibile coagulo dell’euroscetticismo, ma porlo solo in questi termini sarebbe riduttivo e farebbe scivolare un ragionamento ampio e articolato in una poltiglia confusa di chi si “accoda” ai movimento anti Ue presenti in Europa. Invece va spiegato meglio il come e il perché.

LA VERA EURO QUESTIONE

Sostenere un aprioristico no non serve a calmierare piazze incandescenti e coscienze che sono ridotte allo stremo, come ci racconta la triste cronaca di imprenditori suicidi nel nord est, di pmi che chiudono come funghi, di intere famiglie di artigiani e piccoli commercianti che nel meridione abbassano mestamente la saracinesca. Occorre analizzare la contingenza di un euro troppo forte che ci penalizza nelle esportazioni, di un mercato statunitense dell’energia in costante crescita dal 2009 ad oggi mentre la vecchia Europa pensa solo all’eco balzello facendo perdere competitività alle aziende.

NE’ PROTEZIONISTI NE’ LIBERISTI

E ancora, sarebbe molto utile che si approfondisse il dossier privatizzazioni, senza parteggiare ciecamente per uno sterile protezionismo piuttosto che per uno sfrenato iperliberismo: ma valutando merito e circostanze, spinti dalla consapevolezza che le privatizzazioni non sono tutte uguali. Nel senso che Telecom andrebbe preservata a tutti i costi, in quanto ne va della sicurezza nazionale e appaltare fuori una struttura in casa nostra è autolesionismo. Su Alitalia è diverso, perché il passivo è rossissimo e solo con un serio piano industriale (che preveda esuberi e ridefinizione delle tratte per non subire la concorrenza dell’alta velocità su rotaia) se ne potrebbe uscire.

I NOSTRI NO ALLE PRIVATIZZAZIONI

Su Finmeccanica e Avio il discorso è ancora un altro: perché privatizzare le uniche cose che (assieme a cibo, vino e manufatti), riusciamo a esportare bene? I nostri elicotteri sono ottimi pezzi, al pari degli aerei. L’Alenia ha investito molto al sud, anche per il fatto che i nostri operai sanno fare bene il proprio lavoro. Vale la pena svendere questi gioielli di famiglia? Non sarebbe meglio privatizzare Rai3 o incentivare le concessioni demaniali per le spiagge (senza svilire il territorio) per il vero jolly italiano, il turismo?

LA CONVERGENZA NECESSARIA

Certo, tutto ciò non elimina in un colpo solo la mancata convergenza di quelle che oggi sono due tipologie di destre presenti in Italia, anche se un sondaggio su Il Tempo attribuisce al neonato Movimentoxlalleanzanazionale il 3,1%. Ma quantomeno traccia un sentiero su cui, chi vorrà, potrà cimentarsi per offrire idee e non veti.

Roberto Menia

Tra i fondatori del Movimentoxlalleanzanazionale

Coordinatore nazionale di Fli

@robertomenia


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