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Vi svelo i favoritismi di Telecom per la corrida di Telefonica

Asati non commenta i risultati negativi a due cifre del terzo trimestre e dei primi 9 mesi. Della gestione, né il piano industriale 2014-2016 consistente principalmente in dismissioni di cui nulla si conosce né del valore dell’offerta di Telecom Argentina, al buio per il mercato, né quello delle Torri, né dei multiplex ma solo un mandato dato al management affinché tratti al meglio!

Il giudizio a questi risultati e a questo piano lo sta dando il mercato esprimendo un sentiment con performance fortemente negative sul titolo fino a -10 % in due giorni e in forte controtendenza sia con il FTSE MIB (-2%) e DJStock (-1,4%).

L’Argentina si vende perché anche se in ottima salute, una cassa notevole e risultati strabilianti non si possono portare gli utili fuori dal Paese: ma il nuovo potenziale acquirente cosa farà degli utili? Li lascerà per sempre in Argentina? La verità è che l’Argentina si vende per fare un favore a Telefonica che avrebbe problemi con le autorità locali per posizione dominante e la differenza tra la notevole cassa e il valore di vendita sarà irrisorio per il debito del Gruppo.

Tuttvia la cosa più grave è che questo Consiglio di Amministrazione, a maggioranza Telco per i 4/5 (vogliamo sperare che ci sia stata qualche astensione tra i consiglieri indipendenti), ha approvato l’operazione sul convertendo per 1,3 miliardi di euro riservando un potenziale trattamento prioritario nel processo di allocazione a Telefonica e anche agli altri Istituti finanziari di Telco, attuali azionisti, negandolo però a tutti gli altri 500 mila piccoli azionisti risparmiatori che rappresentano l’85% del capitale, dal momento che ieri sera alle 20.30, ovvero subito dopo il Cda, è avvenuta l’intera collocazione dei diritti. Che miracoli!!! E in questo noi, come minoranze siamo state, danneggiate due volte perché alla fine, oltre a non poter partecipare subito al collocamento del Convertendo, il nostro capitale, una volta convertito in azioni, sarà ancora più diluito.

Quindi il convertendo è un diritto di tutti gli azionisti ma lo possono sottoscrivere solo gli istituti finanziari… E tutto ciò sfruttando l’andamento negativo del titolo dovuto ad un piano industriale nettamente insufficiente come sviluppo, senza previsioni di ripresa e senza nessuna speranza, alcuna confidenza nemmeno di remunerazione del capitale per il periodo di piano, con l’unico risvolto che gli attuali azionisti di controllo, saranno ancora maggiormente favoriti e ancora maggiormente in netto conflitto di interessi.

Chi sono gli azionisti che ieri sera alle 20.30 hanno divorato il convertendo? Forse in primis Telefonica, gli altri azionisti di Telco? Dal momento che il prezzo è stabilito dalla quotazione media di oggi del titolo con un modesto sovrapprezzo, riceveranno nel 2016 un potenziale enorme guadagno, perché oggi lo sottoscriveranno a prezzi stracciati (basti pensare al valore di trasferimento avvenuto nella scatola di controllo di 1.1 euro ancora sottostimato del 20-25%).

La FIAT, in ottica di trasparenza al mercato, annunciò il convertendo a maggio rendendolo poi operative a settembre.

Nel caso Telecom Italia, dov’è la trasparenza al mercato?

Ci sono dei forti sospetti su tutta questa operazione. Il potenziale predatore di turno e i signori della finanza dei banchieri senza capitali sono i migliori professionisti per depredare le minoranze di Telecom Italia. Complimenti e vergogna! Altro che come dice il Presidente del Consiglio Enrico Letta benvenuto ai capitali stranieri. Ma quali capitali?

Invitiamo ancora una volta la Consob a vigilare su tutta questa operazione di manipolazione sul mercato che ha dell’incredibile e un potenziale regista occulto molto ben preparato con obiettivi chiari ed utili solo a lui.

Asati e i soci anche finanziari associati si riservano fin da ora ad esplorare tutte le possibili azioni legali a tutela dei nostri diritti, prevedendo al più presto anche una denuncia alla procura di Milano.

Franco Lombardi – Presidente di ASATI, Associazione Azionisti Telecom Italia


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