L’Abi ha rilevato un continuo calo della cessione dei prestiti personali a famiglie e imprese. Sono sempre più un rischio per le banche che quindi non li concedono.
Le famiglie italiane lo hanno imparato ormai, vuoi per la crisi, o anche solo per una necessità di fondo. Quando abbiamo bisogno di liquidità immediata che purtroppo sul nostro conto non è disponibile, ecco che mettendo i migliori prestiti a confronto riusciamo a trovare un aiuto in questo momento di difficoltà. Non importa di quale banca o finanziaria si tratti, è fondamentale solo sottoscrivere il miglior finanziamento che si trova sul mercato per essere sicuri di poterlo ripagare senza problemi.
E se da un lato le persone sono sempre più in crisi dal punto di vista economico, e quindi decidono più di frequente di rivolgersi a qualche istituto di credito per riuscire a sbarcare il lunario, dall’altro ci sono le stesse banche e finanziarie che, come dice l’ABI, tendono a non concedere finanziamenti e a chiedere delle garanzie che spesso i richiedenti non sono in grado di soddisfare.
Questi problemi però sembrano non lasciarci, almeno per il momento, infatti le stime di fine anno presentate dall’Abi, sono abbastanza preoccupanti: i prestiti a imprese e famiglie nel mese di novembre hanno avuto un volume pari a 1.851 miliardi, un ammontare superiore alla clientela che è di 1.736 miliardi.
“A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta” si legge nella nota dell’Abi. Questi dati sottolineano come le sofferenze nette sono risultate ad ottobre 2013 pari a 77,4 miliardi, le lorde a 147,3 miliardi.
È da rendere noto anche il rapporto sofferenze nette su impieghi totali, del 4,18% a ottobre, mentre era del 4,03% a settembre 2013. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 7,7% a ottobre 2013 (6,1 per cento un anno prima.
Le cifre salgono se si parla di imprese, dove si raggiunge il 12,3% (9,2 per cento un anno prima: 3,6 per cento a fine 2007) e il 6,3 per cento per le famiglie consumatrici (5,4 per cento a ottobre 2012; 2,9 per cento a fine 2007).
In calo anche il numero di finanziamenti a famiglie e imprese: -4% in tutto il 2013, -3,7% solo nel mese di ottobre, pur rimanendo invariato l’ammontare in valore assoluto tra i due mesi. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.851 miliardi, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.426 miliardi di euro.
Il dato è significativo soprattutto se si pensa che i tassi di interesse sui prestiti in Italia sono a livelli molto bassi: il tasso medio per le imprese è al 3,51% ad ottobre, mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,59% del mese precedente.
Infine parliamo di spread: quello fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società in Italia è su livelli particolarmente bassi: a novembre è risultato pari a 189 punti base (191 punti base anche ad ottobre 2013), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti, (329 punti percentuali a fine 2007).