Continuiamo così, cari colleghi e grandi firme del giornalismo. Sì, continuiamo pure così.
Continuiamo a ironizzare sugli slogan sempliciotti (ma efficaci) di Beppe Grillo. E gingilliamoci con l’aritmetica sul numero dei presenti al Vaffa-Day per sminuire o ridimensionare il successo della manifestazione grillina.
Sì, bene, avanti così: avanti a fare le pulci al potere come insegnano i santoni del giornalismo che per decenni sono stati pappa e ciccia con il vero potere.
Sollazziamoci pure, come fa Curzio Maltese oggi sul quotidiano Repubblica, ironizzando sul modello ecuadoregno proposto da Grillo per la ristrutturazione del debito pubblico.
Sghignazziamo pure, stando accoccolati in qualche salotto di casa o televisivo e stigmatizzando il populismo anti casta e anti politico che gronda dal Movimento 5 stelle. Peccato che per decenni dalle stesse colonne da cui ora si sogghigna e si stigmatizza è stato fertilizzato il terreno su cui ora Grillo miete consensi grazie proprio a quei decenni di aizzamenti anti casta e anti politici.
Sì bene, andiamo avanti così: andiamo avanti a parlare della capigliatura di Gianroberto Casaleggio, dell’assenza di Assange e di altre amenità. Peccato che mentre le grandi firme sono focalizzate sul proprio ombelico e sulla propria prosa il popolo non legge i Maltese ma segue – che piaccia o no – il blog di Beppe Grillo.
Quindi, invece di bearsi della propria radical-chic intelligenza, sarebbe opportuno dibattere di Fiscal Compact, di Eurobond, di pareggio di bilancio.
Ah certo, materie troppo noiose per le nostre grandi firme che fanno le bucce – anzi lisciano il pelo – al potere.