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Così la Farnesina punta sulla diplomazia della crescita

La rotta che intraprenderà Farnesina è già nel titolo della decima assemblea degli ambasciatori chiamati a Roma per discutere “diplomazia italiana per investire nel sistema Paese”. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, riassume questo impegno nella formula “diplomazia della crescita”.

In sostanza, ha spiegato nel discorso di apertura, vuol dire lavorare per arrivare a due obiettivi: portare l’Italia nel mondo con il sostegno all’export e all’internazionalizzazione e il percorso contrario, portare il mondo in Italia, attirando investimenti.

FAR CORRERE L’ITALIA

Per quest’ultimo punto non ha mancato di rimarcare il piano Destinazione Italia, approvato dal governo. “Bisogna far correre l’Italia nel mondo”, ha sottolineato la titolare degli Esteri, senza però trasformare gli ambasciatori in piazzisti. Il punto, spiega Bonino, non è se ci sia bisogno di sostenere l’export, ma come farlo oggi. D’altra parte, aggiunge, l’internazionalizzazione è già in parte nel Dna della manifattura italiana, che si identifica con un termine inglese ‘made in Italy‘. Serve tuttavia promuovere altre eccellenze scientifiche, tecnologiche, meccaniche. Settori che vanno oltre il lusso. Occorre inoltre sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, così che possano fare massa critica, andando oltre il seppur pregevole spirito d’iniziativa.

L’AZIONISTA RESPONSABILE

Ogni strategia che renda il Paese attraente passa anche dal dare dell’Italia un’immagine vincente, ha voluto sottolineare Bonino, nel rimarcare il dovere di tramettere “in modo evidente il nostro ruolo di azionista significativo e responsabile del sistema globale”.

Niente tentazioni di isolarsi. Le responsabilità di cui parla guardano anche al semestre di presidenza dell’Unione europea che Roma assumerà da luglio del prossimo anno. Un appuntamento centrale sottolineato anche nell’intervento del primo ministro Enrico Letta, perché con le elezioni europee del prossimo anno, il semestre italiano segnerà il passaggio dalla vecchia alla nuova legislatura comunitaria.

IL RUOLO DELL’EUROPA

È stata invocata un’Europa più solida e solidale. Il ministro Bonino ha  esortato a reagire alla disaffezione verso il progetto europeo, anche cambiando il modo in cui è raccontato, ossia spesso con la rappresentazione dell’Europa come il capro espiatorio per giustificare le misure sgradite.

Ci sono due modi per guardare all’Europa: retrocedere o avanzare”, dice Bonino, “è necessaria più Europa, non meno per fronteggiare le sfide poste da un mondo che vede un numero crescente di attori affacciarsi sullo scenario mondiale”.

Attori cui Roma guarda. Il ministro, ad esempio, ha rivendicato il ruolo italiano tra i “primi a cogliere l’importanza dell’elezione del presidente Rohani” in Iran. Ma anche Russia, Cina, Africa “oggi sempre più un continente di opportunità”.

BASTA TAGLI
La diplomazia e la Farnesina “continueranno a servire lo Stato con abnegazione” è il messaggio lanciato da Bonino, anche in un un contesto “in cui sono ben chiari i limiti imposti dalle risorse finanziarie e con i quali siamo oramai confrontati da diversi anni”. Con un ammonimento, in politica estera “c’è il rischio di passare dal risparmio al disinvestimento“.


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