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Budget, Fed e Bce fanno ballare le Borse

Che lo storno di ieri a Wall Street (S&P -1.13%) abbia costituito la seduta peggiore da oltre un mese, la dice lunga sui livelli raggiunti dalla volatilità realizzata sull’azionario americano negli ultimi tempi.

LE DECISIONI DEL CONGRESSO USA

Principale catalyst della negatività, secondo l’opinione generale, l’accordo al Congresso sul budget, con le eventuali ricadute sul timing della rimozione dello stimolo. In altre parole, la pace a Capitol Hill sarebbe riuscita dove i buoni dati macro avevano fallito, ovvero a fare entrare sul radar degli investitori la possibilità di un tapering tra una settimana, al FOMC di dicembre.
Notevole, se cosi fosse, il sangue freddo degli operatori in cambi, visto che l’€/$  resta testardamente sui massimi dell’anno, rifiutandosi di prezzare una modifica della stance FED a breve. Ma la divisa unica recentemente sembra più influenzata dall’inattività dell’ECB che dalla possibile azione FED.

MERCATO ASIATICO

La debolezza di Wall Street non è passata inosservata in Asia, che ha prodotto un’altra seduta debole, a parte Shanghai che aveva già pagato dazio ieri.

MERCATO EUROPEO

All’apertura europea, un sentiment già precario è stato ulteriormente depresso da un’intervista a Praet comparsa sul FT, in cui il membro ECB ha dichiarato che la Banca Centrale potrebbe imporre agli istituti di credito di detenere capitale a fronte delle posizioni in titoli governativi, allo scopo di favorire l’esercizio del credito e disincentivare il carry trade. I commenti richiamano espressamente quanto detto da Draghi giovedi scorso a proposito dell’ utilizzo delle LTRO (vedi lampi 5 dicembre).
Coerentemente, i titoli periferici hanno rapidamente perso il supporto, ritracciando parte dei progressi dei giorni scorsi, e il settore bancario ha impattato negativamente gli indici periferici.

L’EUROZONA

Sul lato macro ieri era prevista la pubblicazione della  produzione industriale Eurozone per ottobre. Il dato ha deluso significativamente (-1.1% da prec -0.2% e vs attese per +0.3%), ma il fiasco era già stato anticipato da quella tedesca di lunedì e cosi non ha impattato più di tanto. Nondimeno, il dato comporta revisioni al ribasso delle stime del GDP EU per il trimestre in corso.

MERCATO US

Più controversa la picture macro in US dove a retail sales di novembre solide  (anche alla luce delle revisioni ai mesi precedenti) hanno fatto da contraltare dei jobless claims settimanali insolitamente deboli (368.000 da prec 300.000 e vs attese per 320.000).
Ma forse sul secondo dato hanno impattato le festività US.

QUALCHE DETTAGLIO TECNICO

Dal punto di vista tecnico, sull’ S&P 500 la situazione si fa interessante. Dopo aver fallito la rottura al rialzo del “box” formato nell’ultimo mese, l’indice sta testando la parte inferiore, la cui eventuale rottura aprirebbe la strada ad una correzione più profonda. Sotto il livello attuale (1775) il prossimo supporto è la media mobile a 50 gg (1760), ma la figura proietterebbe 1740. Le prossime ore dovrebbero dare indicazioni utili.

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