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Camere di nani e ballerine picconate da Consulta. Decadrà la decadenza del Cav.?

Delegittimando l’attuale Parlamento, non eletto dal popolo, ma nominato dai capataz dei partiti- sulla base del pessimo “Porcellum”, ideato dall’eminente statista di Brescia, Calderoli- la Consulta, con un’entrata inevitabile ma a gamba tesa, ha, in pratica, tolto validità, politica, e legittimitá, morale, agli atti compiuti dalle Camere. Anche, pertanto, a decisioni, molto discusse e al limite, se non oltre la legalità- come ha ammesso l’ex Presidente della Camera, il democratico, ex Pci, Violante-quali la decadenza dal Senato di Silvio Berlusconi, passata con una stretta maggioranza e a voto palese, imposto dal bersaniano Grasso, Presidente del Senato di parte quanto altri mai, sulla base di una legge in forte odore di incostituzionalità.
Da oggi si apre una partita molto delicata. Sono più vicine le elezioni anticipate.
E non si può non interrogarsi sul ruolo e sull’autorevolezza politica, non più elevate e indiscusse, come fino a ieri, del Capo dello Stato, che venne plebiscitato, nell’aprile scorso, da truppe, obbedienti e senza alcuna autonomia, di peones, imbarcati dalle segreterie. Un Parlamento, insomma, di “nani e ballerine”, come l’ex ministro Formica definì il comitato centrale del PSI di craxiana memoria. Rischiano la rielezione parlamentari, come la Bindi e la Finocchiaro, che l’allora leader PD, Bersani, paracadutò in Calabria e in Puglia. Adesso chi le voterà ?
La parola, dunque, torna, finalmente, agli elettori, che potranno scegliere i loro rappresentanti. Che sia dovuta intervenire un’autorità, esterna, come la Consulta, conferma la scarsa, per non dire nulla, rappresentatività del Parlamento e la assoluta mancanza di sintonia tra il Palazzo e il Paese reale. E le toghe più autorevoli del Paese hanno indicato la linea alla politica, debole, screditata ed oscillante, ormai da
20 anni.
Pietro Mancini


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