Un nuovo partito popolare alle Europee? Sì, no, forse. C’è entusiasmo per la creazione di un nuovo soggetto politico in cui possano confluire la componente popolare distaccatasi da Scelta civica guidata da Mario Mauro e l’Udc. Il teatro Quirino (PHOTOGALLERY) ha battezzato con la prima Assemblea popolare lo spirito su cui si basa il progetto: società civile, popolarismo, Europa. E la creazione in Parlamento di un nuovo gruppo, “Per l’Italia”, rappresenta il primo importante passo in tal senso.
LO SPRINT DEI POPOLARI
Il percorso ora si fa più complesso e incrocia sensibilità e storie diverse. Da una parte c’è la componente che fa capo a Mauro che tira dritto speditamente sul nuovo contenitore. È in atto una sorta di “tour” tra le città italiane in cui i parlamentari incontrano cittadini e associazioni nella formula ribattezzata “assemblea popolare”. Ci sono già state assemblee a Roma e Milano, presto sarà la volta di Ancora e Venezia. Come ha spiegato Milena Santerini, deputata di Per L’Italia, a Formiche.net: “Non si tratta di un evento classico di partito, è la società civile a dire a noi politici cosa vuole e non viceversa”.
E, oltre a pensare a una maggiore strutturazione a livello regionale, possibile una federazione, l’obiettivo più vicino è quello delle Europee. Lucio Romano, capogruppo al Senato del movimento, ha chiarito, sempre a Formiche.net: “Non faremo liste unitarie con l’Udc perché con questo partito abbiamo ritenuto di dover realizzare un nuovo soggetto. La nascita dei Gruppi Per l’Italia è la prima tappa di un nuovo e comune percorso, in cui non ci sono i popolari di Scelta Civica e l’Udc, che ha in programma lo scioglimento, ma in cui tutti confluiscano per rinnovare il popolarismo e per aggiornarlo alle nuove esigenze”.
LA CAUTELA DELL’UDC
Più cautela traspare invece dal lato Udc. Il partito guidato da Pier Ferdinando Casini ha tenuto sabato, in contemporanea con l’assemblea popolare a Milano, l’assemblea nazionale e si appresta a entrare in fase congressuale a gennaio. Gli esiti sono indeterminabili ora, spiegano ambienti dell’Udc, ma appare difficile il completo scioglimento del partito.
C’è la volontà di creare un nuovo soggetto più omogeneo in nome del Ppe, come testimonia la battaglia in tal senso del presidente Rocco Buttiglione. Ma forti sono anche le resistenze identitarie che mirano a preservare anni e anni di storia di Udc e prima ancora della Dc. L’idea di molti è infatti quella contenuta nel post di Alberto Brandani su Formiche.net: “Fossi l’Udc ad archiviare lo scudo crociato ci penserei non una ma un milione di volte perché questo simbolo non è solo un pezzo di storia ma è anche vivo e presente ancora nel cuore di tanti italiani”.
Il percorso per far salpare la “nave popolare” è quindi ancora tutto in fase di costruzione ma sembra escludere per ora scelte categoriche.
L’INCOGNITA ALFANO
Sulla sfondo c’è anche l’incognita Alfano. Domani Casini e Alfano saranno insieme al meeting del Ppe in Belgio. Anche se per ora i popolari e il Nuovo Centrodestra tengono a marcare le differenze, c’è chi nei rispettivi movimenti guarda piuttosto ai punti in comune tra le due realtà: il riferimento al popolarismo, il sostegno al governo, la scelta della responsabilità potrebbero essere il terreno su cui far sorgere un’alleanza? E’ ancora presto per dirlo ma le manovre continuano.