«Sono esperienze che farebbero bene a tutti. Un periodo all’interno di un impresa artigiana dovrebbe far parte dei programmi della scuola dell’obbligo». Secondo Luca Costi, segretario ligure della Confartigianato. Voi che ne pensate?
Io penso che debba essere assolutamente una scelta possibile, per tutti, dicevo in Comunicare. A scuola. Con «Amici» del 2011 (Albatros Il Filo) – che le materie dovrebbero essere a scelta dello studente delle scuole superiori, senza pregiudizi, si dovrà poter studiare, come ho scoperto in una mia ricerca del 2006 in Canada, sia Falegnameria sia Letteratura Greca. Lo stesso studente deve poter scegliere di avere skills e conoscenze in entrambi gli ambiti senza scelte aut aut. Ora il problema è piuttosto culturale, ma si sta iniziando a superare, resta solo nel concepimento degli edifici scolastici, ma si può dividere in giorni della settimana la frequenza a due sedi scolastiche diverse, passando appunto anche per luoghi condivisi con Confindustria e Confartigianato, e anche questo punto è risolto, per il momento, in attesa che le scuole edificate nel futuro partano da queste opportunità.
La parola scuola è stata spesso citata nelle iniziative renziane presso la Leopolda a Firenze. Il mio intervento alla Leopolda del 2011 https://www.youtube.com/watch?v=L4BM1rp6W6o Chiedo oggi ufficialmente al nuovo segretario del partito Democratico, così come al segretario del nuovo Centro Destra, Angelino Alfano, se anche secondo loro questa strada sia “maestra”.
Il mio personale contributo è teso a non dimenticare la bellezza delle nostre materie “classiche”, quindi di non rinunciare mai alle pagine di Sofocle, per esempio, e di estenderle piuttosto a una platea più intensa, ma lo stesso atto di generosità si deve fare con alcune materie oggi ristrette nel campo degli Istituti professionali.
E la distinzione mi fa pensare troppo a L’uomo a una dimensione, mi sembra alienante.
Questa proposta abbraccia più la destra o la sinistra?
Non lo so, e forse non mi interessa scoprire da che parte batte il cuore di chi “punta sulla scuola”, perché da anni, quando ero rappresentante degli studenti, cioè fino a 5 anni fa, a ora che sono mamma …quel che per me conta è una scuola che faccia battere forte il cuore dei suoi studenti per l’entusiasmo, non per la paura delle interrogazioni, i compiti a casa, i “manuali”, studiati senza testa, e senza mani.