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Così le donne cambieranno l’Egitto

Shahira Mehrez, è ricercatrice, ex docente di Arte e di Architettura islamica presso l’Università americana del Cairo e di Helwan, stilista e filantropa. Da alcuni anni si occupa anche del ruolo delle donne in politica. “Il problema dell’Egitto è la corruzione che ha spogliato la nazione di tanti beni – spiega a Formiche.net – Chi ha rubato o ha depredato il settore pubblico deve fare un passo indietro, non voglio vendette, ma che almeno lascino la vita pubblica. Serve trasparenza. Bisogna che ci si renda conto dell’operato devastante di chi ha distrutto interi settori industriali statali vendendoli per pochi spiccioli agli amici degli amici. Per esempio si è distrutto il settore tessile una volta molto fiorente. Oggi tutti i tessuti vengono dalla Cina. Negli ultimi mesi si rivedono alcune delle facce che hanno causato questo disastro riciclarsi con il nuovo corso e questo non è un bene. Solamente qualche commentatore televisivo comincia a denunciarlo, ma sono ancora in pochi”.

Cosa ne pensa della bozza costituzionale che verrà sottoposta al referendum?
È migliore della vecchia costituzione, ma la costituzione francese è di poche pagine ed è in vigore da moltissimo tempo, come quella americana, mentre quella egiziana sembra essere provvisoria perché invece di avere una visione si perde nei dettagli.

Che futuro ha il Paese?
Il generale Abd Fattah el Sisi è l’unica possibilità, il popolo è con lui, la borghesia che vuole la sicurezza sta con lui, e anche i contadini. In Sinai c’è quasi una guerra civile e lui ci ha salvato. Io in passato non ho mai amato l’idea di un presidente militare, ma penso che oggi non ci sia altra possibilità, ci vuole qualcuno che stabilizzi il Paese. Quindi un presidente militare è accettabile purché non sia uno stato nello stato, serve trasparenza, corti giudiziarie, non militari, ma civili, e lotta alla corruzione. I militari facciano una concessione alla società civile per dimostrare la loro buona fede, garantendo uno stato democratico. Basti pensare a quello che hanno rappresentato per la Francia, Charles de Gaulle, e per gli Stati Uniti, Dwight Eisenhower.

Quindi i militari oggi hanno un ruolo positivo?
Il lavoro che stiamo facendo vi proteggerà anche in Occidente. L’Egitto stava rischiando la guerra civile, abbiamo arrestato un processo portato avanti dai fondamentalisti islamici che avrebbe invaso il mondo. I Fratelli Musulmani sono una mafia internazionale e noi abbiamo saputo arrestarla perché siamo Musulmani, ma voi che non lo siete non ve ne accorgete. Un conto è essere islamici dentro se stessi, un conto è imporre agli altri la propria visione. Il mio problema con i Fratelli è il loro rifiuto delle diversità che ogni essere umano porta con sé, che siano donne, copti, ebrei, atei, omosessuali, o semplici individui con le proprie idee.
Anche in occidente quando gli immigrati come quelli egiziani arrivano, dovreste pretendere che comprendano davvero la vostra cultura e la accettino, cosi come voi accettate di farli diventare italiani, invece spesso prendete gente dei Fratelli Musulmani che poi vi vedono come immorali, esattamente nello stesso modo in cui giudicano noi che siamo musulmani in modo diverso.
Gli ignoranti la pensano in mondo simile in tutto il mondo, a volte la filosofia di un razzista in Occidente è identica a quella di un integralista islamico. Sembra un paradosso, ma non lo è. L’estremismo nasce dalla mancanza di cultura e ha la stessa faccia ovunque.

Che ruolo hanno in politica le associazioni femministe di cui fa parte?
Anche per frenare gli ipocriti e oscurantisti, abbiamo deciso di impegnarci per sponsorizzare la partecipazione delle donne alle elezioni politiche. Per farlo chiederemo alle ragazze di finanziarie le campagne elettorali delle donne che si candideranno, se ogni cittadina egiziana desse una lira potremmo avere soldi per fare campagne elettorali di successo. Chiederemo ai ricchi di pagare tra i cinquecento e le mille lire, mentre gli altri potranno dare quello che vorranno. Pensiamo così di poter eleggere delle donne in parlamento. Abbiamo delle ragazze che hanno già fatto training su come agire in politica e finanzieremo solamente donne laiche perché quelle religiose hanno idee molto diverse dalle nostre. La mia generazione aveva più diritti di quelle di oggi. Il Paese invece di andare avanti è regredito moltissimo negli ultimi anni, le donne ricche non lavorano più, le povere lavorano, mentre i mariti le picchiano e spesso rubano loro i soldi e li usano per drogarsi. Se chiedono il divorzio devono rinunciare a tutti i loro beni e quando i genitori muoiono, gli uomini ereditano il doppio e la terra rimane a loro. Spesso sono addirittura le madri che obbligano le figlie a rinunciare alla loro eredità legale per lasciarla al fratello. Oggi però le donne sono pronte a cambiare la società e sarà un processo irreversibile.

 



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