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Date e tappe della presidenza italiana del Consiglio Ue

Dal primo luglio al 31 dicembre 2014 all’Italia spetterà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea: in un clima di pieno rinnovamento delle istituzioni – oltre alle elezioni per l’Europarlamento, previste a maggio, ci saranno anche cambi al vertice per Consiglio e Commissione – il nostro Paese avrà l’opportunità di gestire il dibattito comunitario e promuovere le proprie istanze nelle sedi opportune.

GLI APPUNTAMENTI NELLA BOZZA DEL CALENDARIO

Il debutto del governo di Enrico Letta alla guida del semestre europeo avverrà con ogni probabilità lunedì 7 luglio 2014, con una riunione dell’eurogruppo, seguita martedì 8 da una dell’Ecofin. Lo si apprende dalla prima bozza di calendario della presidenza diffusa oggi da EurActiv.it. I momenti più importanti del semestre saranno i vertici europei del 23 e 24 ottobre e del 18 e 19 dicembre, entrambi a Bruxelles. Sono previste le consuete riunioni ministeriali formali e  informali – Affari generali, Esteri, Ecofin, Agricoltura – per la maggior parte a scadenza mensile, che saranno presiedute dai membri dell’esecutivo italiano. Gli incontri informali, come da tradizione, si svolgeranno in Italia.

I COMPITI DELL’ITALIA

L’Italia dovrà stilare un programma condiviso con Lettonia e Lussemburgo (il cosiddetto trio di presidenze) per garantire continuità di politiche e interventi nell’arco di 18 mesi. Dal 7 agosto è operativo il comitato di pilotaggio della presidenza, una cabina di regia presieduta dal premier e composta dal vice Angelino Alfano e dai ministri degli Esteri Emma Bonino, dell’Economia Fabrizio Saccomanni, degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, oltre che dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Nel frattempo è stato istituito anche un gruppo tecnico, coordinato dal sottosegretario Patroni Griffi, che si riunisce con cadenza quasi quindicinale.

GLI OSTACOLI SULLA STRADA 

Nel semestre della “correzione di rotta” per crescita e occupazione auspicata dal premier Letta e dal capo dello Stato Giorgio Napolitano si profilano però alcuni ostacoli. In primo luogo il rinnovamento delle istituzioni già annunciato in premessa: con le elezioni europee a ridosso di luglio 2014, la scadenza del mandato del presidente della Commissione José Barroso a ottobre e di quello del Consiglio europeo Herman Van Rompuy – che non può essere rieletto – a novembre, potrebbe risultare difficile portare a termine decisioni, anche alla luce del crescente fronte anti-europeista che in Italia ha i suoi rappresentanti nel Movimento 5 Stelle e nella Lega.

Inoltre, non va escluso che in questo contesto di cariche rinnovate si punti più a portare avanti i dossier già trasmessi al Consiglio e al Parlamento da parte della Commissione piuttosto che a lanciarne di nuovi. Temi sui quali l’Italia potrebbe comunque avere voce in capitolo a partire da luglio 2014, sia per la rilevanza che per la necessità di tempi più lunghi, potrebbero essere l’Unione bancaria e l’immigrazione.


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