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Ecco come la stampa estera giudica la vittoria di Matteo Renzi

“Il nuovo volto della sinistra”, “il rivale di Letta”, “l’uomo della comunicazione”. Queste sono alcune delle definizioni con cui i giornali stranieri hanno valutato la vittoria di Matteo Renzi ieri alle primarie del Pd.

IN PRIMA FILA
La scalata del giovane sindaco segna la fine del potere grigio. I sondaggi hanno dimostrato che Renzi è popolare anche tra gli elettori di centro-destra. Minori imposte sono una parte centrale del suo programma”, ha scritto il quotidiano britannico The Guardian, che colloca Renzi “in prima fila, accanto al premier Letta, nella politica italiana”. Dopo un breve elogio della strategia di comunicazione, il quotidiano avvicina il sindaco a personaggi come Tony Blair e Silvio Berlusconi.

ELEZIONI ANTICIPATE?
Secondo la Bbc Renzi è il politico più popolare nel panorama italiano ed è riuscito a prendere la guida della più grande organizzazione politica del Paese. “Matteo Renzi è visto, a soli 38 anni, come un segno del necessario ricambio generazionale e gode di alta valutazione”, si legge sul sito web della rete britannica. Il corrispondente dall’Italia, Alan Johnston, ha intervistato Wolfango Piccoli, consulente di Teneo Intelligenza: “Renzi dovrà trovare un delicato equilibrio con il primo ministro Enrico Letta. L’obiettivo finale di Renzi sono le elezioni anticipate, anche se ha bisogno di evitare essere il responsabile di un’eventuale caduta del governo, se vuole mantenere la sua popolarità”.

UN ALTRO BLAIR?
Nonostante l’entusiasmo, la Bbc è più cauta nel paragonare Renzi a Tony Blair e sottolinea le critiche alla sua gestione come sindaco tra i fiorentini. Per il quotidiano francese La Tribune, non ci sono dubbi: Renzi è “il nuovo Tony Blair all’italiana“.

IL NUOVO VOLTO DELLA SINISTRA
Per il quotidiano francese Libération Renzi è “il nuovo volto della sinistra italiana”, mentre Le Monde lo definisce come uno “estraneo in casa Pd” a causa delle differenze a livelli di comunicazione con i suoi predecessori. “Renzi vuole rivoluzionare il centro-sinistra italiano”, ha scritto invece Le Nouvel Observateur.

IL SALVATORE
Meno spazio per il neo-segretario del Pd sui giornali americani. Il Wall Street Journal crede che il trionfo di Renzi potrebbe “destabilizzare il governo del compagno di partito e rivale, Enrico Letta. Il quotidiano finanziario sostiene che la decadenza di Silvio Berlusconi ha spinto l’ascesa di Renzi e questo cambiamento potrebbe conquistare “gli elettori pro-mercato alla ricerca di un leader credibile”. Una tesi completamente diversa a quella della rivista Bloomberg Business Week: il sindaco di Firenze è una “figura chiave nello sforzo del ministro Letta per salvare il suo governo”.

VERSO LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Il Sunday Times crede che il sindaco ripercorra “una traiettoria apparentemente inarrestabile” verso la presidenza del Consiglio italiano. Il New York Times, che alla fine del 2012 sosteneva che Renzi era “un sindaco dallo stile obamiano, oggi non parla dei risultati delle primarie del Partito democratico.

TERREMOTO NEL PD
“La vittoria di Renzi nelle primarie del centro-sinistra italiano ha più valore di quanto sembra perché è un cambiamento radicale di epoca. E se ci sono dubbi basta ricordare il risultato delle precedenti primarie, precisamente un anno fa”, ha scritto Pablo Ordaz, corrispondente del quotidiano spagnolo El Pais. E ha aggiunto: “Il primo obiettivo di Matteo Renzi è cambiare di forma immediata il suo rapporto con il governo di Enrico Letta. Fino adesso il Pd ha fatto da moglie all’antica, dicendo di sì a tutto e sopportando molte infedeltà in nome della stabilità famigliare. Questo non è un atteggiamento che può andare con il carattere del sindaco di Firenze, un uomo sicuro di sé stesso, seduttore, ambizioso e con fama di onesto”.

UN CONTENITORE VUOTO
Il settimanale italiano Internazionale, nell’edizione di settimana scorsa, ha chiesto a sette corrispondenti stranieri in Italia di raccontare come vedono Renzi. Per la giornalista americana Stephan Faris, collaboratrice del Time, Bloomberg Business-week e The Atlantic, “Matteo Renzi non è un grande oratore. È bravo a fare battute e abile a escogitare metafore, ma ha una retorica un po’ scialba. Che parli in piedi da un podio, oppure risponda alle domande di un pubblico, non ha l’eloquenza che ci si aspetterebbe da una persona che aspira a essere il politico del cambiamento (… ) Non spicca nemmeno per le sue idee politiche”.

MANTENERE LE PROMESSE
Faris ricorda che a Renzi non basterà sconfiggere le correnti conservatrici del Pd e avere vinto le primarie. Non gli basterà neanche riuscire a essere presidente del Consiglio, ma dovrà mantenere le promesse fatte: “Altrimenti passerà alla storia come l’ennesimo politico chiacchierone e neanche tanto capace”, ha avvertito.

Per ricordare come i giornali stranieri guardavano Renzi questa primavera, leggere qui

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