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Giovanni Di Capua, lo storico anticonformista su Berlusconi, Letta e Renzi

Chi ha modo di conoscere Giovanni Di Capua, non può che imbattersi nella sua pacatezza, nella sua cultura, nelle parole ispirate dal suo archivio sterminato di quotidiani e settimanali che copre tutto il secolo scorso. Per questo, registrate queste impressioni, sorprendono ancora di più gli scritti che lo storico e giornalista ha offerto a Formiche.net in questo anno: opinioni forti, spesso controcorrente, sempre argomentate con precedenti tratti dalla storia repubblicana.

LA CONGREGA DI PM

Da non berlusconiano, ha letto la vicenda del Cavaliere arrivata sino alla sua decadenza dallo scranno senatoriale criticando “il variopinto, pavido e oscurantista fronte antiberlusconiano che ha scritto una pagina nera nella storia repubblicana facendo, di una democrazia senza qualità, un insieme politico subordinato ad una congrega di pm che, dal borelliano ‘resistere, resistere, resistere’ è passato al decisionista ‘eliminare, eliminare, eliminare’”.

L’INCERTEZZA STRUTTURALE DI LETTA

Di Capua non è stato molto tenero neanche nei confronti del governo Letta: “Letta continua a parlare di caos per giustificare le proprie indecisioni e le proprie incertezze strutturali. Non gli sfiora neppure il dubbio che sia il suo ministero, pieno zeppo di impolitici e – diciamolo – di prepotenti, a rendere ancora più caotica la situazione, determinando nel paese situazioni di rigetto dalla portata incalcolabile”.

LE DOMANDE A RENZI

E non si è accodato neanche alla stampa renziana nel celebrare le magnifiche virtù e progressive del nuovo segretario del Pd ma ha rivolto a Matteo Renzi domande scomode: “E, allora, la Repubblica di Matteo, col suo fresco appeal, a parte i primi convenevoli con Letta, dove veramente ci porta? Qual è il suo modello di Stato? Con chi pensa di regalarci una legge elettorale dove il principio di scelta venga riservato al cittadino e non al Principe? Quando pensa che scatti il massimo di pazienza degli astensionisti costituenti il primo partito nazionale effettivo? Non si tratta di domande provocatorie. È in gioco, in realtà, la qualità della democrazia italiana. Purtroppo, il solo appeal è insufficiente a guadagnarne una migliore, più credibile e più estesamente votata, prescindendo dalle scelte individuali che devono essere comunque libere e non coartate”.

Ecco alcune delle sue analisi che hanno avuto maggior clamore:
Decadenza di Berlusconi, ovvero pre morte della Repubblica
Il voto palese su Berlusconi e il “cretinismo parlamentare”
Caro Renzi, l’appeal non fa una politica
Caro Renzi, ti spiego la vera storia dell’amnistia. Altro che le tue frottole
I rischi degli strappi di Alfano e Mauro
Il governo Alfetta e l’uniformità che rende schiavi
Le ragioni di Romano Prodi



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