Alla fine il governo delle larghe intese si farà anche in Germania.
La SPD ha coinvolto nella decisione i propri iscritti (475.000) che, a larghissima maggioranza (76%), hanno detto sì all’accordo con Frau Merkel.
L’esito di questo accordo, come si legge dalle colonne del Sole24Ore prevede l’introduzione di un salario minimo (8,5 euro lorde all’ora), “la possibilità per i figli di immigrati nati in Germania di mantenere la doppia cittadinanza; la pensione anticipata a 63 anni senza penalità per chi abbia raggiunto i 45 anni di contributi“. Inoltre, “il patto di coalizione prevede limiti più stringenti agli aumenti degli affitti, problema molto sentito nelle grandi città dalla classi sociali economicamente più deboli. Più investimenti per infrastrutture e ricerca sono l’altro punto centrale dell’accordo che punta a una maggiore spesa pubblica utilizzando i surplus di bilancio che la crescita dovrebbe garantire al Paese”.
Alla SPD vanno sei ministeri: l ministero dell’economia e dell’energia (Sigmar Gabriel), degli Esteri (Frank-Walter Steinmeier), del Lavoro e delle Politiche Sociali (Andrea Nahles), alla Famiglia (Manuela Schwesig), all’Ambiente (Barbara Hendricks) e alla Giustizia (Heiko Maas).
La scelta di dare ministeri di peso alla SPD potrebbe essere interpretata in due modi: 1) come un vero successo della SPD che è riuscito a strappare alla Merkel i ministeri più importanti (economia e lavoro) aggiungendo il tema dell’energia (separato dall’ambiente) come elemento cruciale delle politiche economiche dei prossimi anni (anche un modo per strappare, forse, consenso ai Verdi). Ma, possiamo anche interpretare la cosa in altro modo 2) ossia come una mossa tattica di Merkel per dare la “patata bollente” proprio alla SPD, così da fare il doppio gioco: se le cose vanno bene, si prenderà il merito di averli messi lì, se le cose andranno male avrà gioco facile nel dire che sono state le idee della SPD a causare guai.
Frau Merkel è una donna politicamente molto scaltra, si è tenuta i ministeri più tradizionalisti, dove avrà modo di mettere in mostra la sua “abilità” e di dimostrare al proprio elettorato che tengono ai temi della campagna elettorale e ai valori che difendono: il ministero degli interni, la difesa, l’istruzione, l’integrazione e così via.
Il terzo mandato della Cancelliera comincia oggi e dobbiamo augurarci tutti che lavori bene, perché dalle scelte della Germania dipenderanno anche le politiche dell’Unione Europea e del Sud d’Europa.
Approfitto di questo articolo per fare un appunto al mio caro Partito Democratico. Nelle scelte importanti la SPD ha chiamato a scegliere non la popolazione tedesca, ma la propria base, ossia gli iscritti, ecco, questa sarebbe stata la logica anche per noi con le Primarie, peccato che si abbia preferito fare una votazione aperta a chiunque.
Le scelte del Partito, le cariche del Partito dovrebbero essere definite dagli iscritti, non da chiunque. Detto ciò, che Dio ce la mandi buona.