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Il Corriere della Sera critica Letta e le banche ma si vergogna

Certo, il titolo di apertura del Corriere della Sera si occupa di argomenti che interessano ai più: “Esenzioni, la stretta sui furbi”. Tema quasi da Sole 24 Ore, seppure trattato in maniera generalista e popolare come si conviene al quotidiano Rcs.

Ovviamente non può mancare la politica, altrimenti i politici che cosa leggeranno sul principe dei quotidiani? Dunque: “Napolitano e Letta: l’Europa cambi rotta”. Una bella sculacciata a Bruxelles che pattina e supera le ramanzine intrise di sicumera del commissario europeo Rehn che, in una intervista ieri al quotidiano Repubblica, ha detto papale papale che l’Italia non ha ben indicato il percorso di abbattimento del debito, sottolineando dubbi e perplessità sugli introiti da privatizzazioni stimati per il 2014 dal governo Letta.

La prima pagina del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli si occupa pure della multa per i “tifosi bambini” della Juve: tema sicuramente di interesse non solo per la famiglia Agnelli, azionista di Rcs e proprietaria della squadra bianconera.

Il quotidiano istituzionale per antonomasia non poteva non occuparsi, dopo giorni di silenzio sul fronte delle analisi e dei commenti, di una istituzione come la Banca d’Italia alle prese con una operazione di rivalutazione delle quote possedute dagli istituti di credito in simbiosi con il ministero dell’Economia retto da Fabrizio Saccomanni, già direttore generale della Banca d’Italia. Ma lo fa, con una posizione non troppo ossequiosa verso le istituzioni, anzi, ma con un commentino a pagina 42.

Il titolo è un po’ criptico e per addetti ai lavori (“Nuove partecipazioni di Bankitalia, la via dell’euro è senza ritorno”) ma il corsivo firmato da Fabio Tamburini, già direttore dell’agenzia Radicor-Sole 24 Ore, e per anni al gruppo Class editori, contiene valutazioni più chiare. Tamburini infatti scrive che il “cambiamento in corso” non è “di poco conto”, quindi “avrebbe meritato l’approvazione con una legge piuttosto che con un decreto” (tesi esplicitata e rinvigorita su questo punto da Massimo Mucchetti, senatore del Pd, in una intervista odierna al quotidiano la Repubblica).

“E’ facile prevedere di conseguenza – scrive Tamburini nel corsivo a pagina 42 del Corriere della Sera – che una parte significativa del capitale di Bankitalia, magari in tempi brevi, e perfino la maggioranza delle azioni, possa risultare controllato, per esempio da azionisti tedeschi o francesi”. C’era un’alternativa?, si chiede il quotidiano Rcs. Sì, secondo Tamburini: “Il buyback di tutte le azioni proprie di Bankitalia, utilizzando le riserve del patrimonio netto, che ammonta a circa 23 miliardi”.

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