C’era grande attesa per la presenza di Romano Prodi alla conferenza dedicata alla “svolta” di Papa Francesco ed organizzata dai gesuiti della Civiltà Cattolica. Una conferenza, quella che ha visto la presenza dell’ex presidente della Commissione europea e dello storico del cristianesimo Alberto Melloni, direttore della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XIII di Bologna ed autore, recentemente, del libro “Quel che resta di Dio”, che si è svolta proprio nella “casa” di Papa Francesco. Tanto che, nei giorni passati, diversi quotidiani, riferendosi alla conferenza, hanno parlato di un ritorno in Vaticano del Professore dopo “un lungo esilio” che ha fatto seguito alla sua dichiarazione di essere un “cattolico adulto”.
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IL RITORNO IN VATICANO DI PRODI
La conferenza dedicata a “La svolta di Papa Francesco” è parte di un percorso di “riavvicinamento” tra l’ex primo ministro Romano Prodi ed il Vaticano. Il Professore, infatti, nello stesso giorno ha ricevuto la laurea honoris causa all’interno della Pontificia Accademia delle Scienze, tenendo anche un‘importante lectio magistralis. E subito dopo la conferenza, Prodi si è recato in visita alla Pontificia Università Gregoriana, affidata proprio alla guida dei Gesuiti. Ma il ritorno in Vaticano di Romano Prodi non si esaurisce con la giornata dedicata a Papa Francesco. Il 5 dicembre, infatti, l’ex presidente della Commissione europea, oggi inviato dell’ONU in Africa, parteciperà ad un workshop aperto dal cardinale Turkson, uno dei grandi elettori del successore di Benedetto XVI.
LA DOPPIA SVOLTA DI PAPA FRANCESCO SECONDO IL GESUITA OCCHETTA
Dopo una brevissima introduzione del “padrone di casa”, ovvero il direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, l’incontro è stato moderato da un altro gesuita, padre Francesco Occhetta. Il confratello di Papa Bergoglio ha evidenziato come, con riferimento al nuovo pontefice, sia possibile parlare di “svolta” sotto un duplice profilo. Una prima svolta, infatti, secondo Occhetta, è rappresentata dal fatto che Papa Francesco, con la sua attenzione agli ammalati, agli anziani e, più in generale, agli ultimi, è in grado di “parlare al cuore”, riproponendo così quel “rapporto tra creatore e creatura” tanto caro a Sant’Ignazio. Un pontefice, Papa Francesco, che, come sottolineato sempre da Occhetta, si è fatto promotore di una Chiesa che “non si limita ad accogliere” ma anche capace di “trovare nuove strade ed andare verso chi si è dimenticato di Dio, verso chi si è allontanato da lui”. Ma c’è anche una seconda “svolta” di Papa Francesco. La voce del nuovo Papa, infatti, è “ascoltata anche nella società civile”, creando così “opinione”.
LA IRRUZIONE MESSIANICA DI PAPA FRANCESCO SECONDO MELLONI
Alla domanda, piuttosto ricorrente in questi mesi, di “cosa sia successo dopo il Conclave”, secondo lo storico della Chiesa Alberto Melloni è possibile rispondere con le parole di padre Davide Turoldo, ossia una sorta di “apparizione” di Papa Francesco. O meglio, secondo Melloni, si è assistito ad una “irruzione messianica all’interno della Chiesa cattolica di Papa Bergoglio”, tanto che guardando alla Chiesa del “passato” sembra di parlare di una “Chiesa fa”. Melloni concorda, poi, con chi parla di una “primavera della Chiesa”, ma ci tiene a fare una precisazione significativa: questa primavera, infatti, “include Bergoglio”. Non è quindi Papa Francesco che apre una nuova fase all’interno della Chiesa. E’ il Concilio Vaticano II, per Melloni, l’origine di questa primavera: un evento che “non ha nulla di magico, ma che mette in moto un processo la cui fecondità viene fuori nel tempo”.
Ma Papa Francesco, secondo Melloni, è anche il Papa che ha rotto due grandi “tabù” della Chiesa, di cui non vi era più traccia dai tempi del Vaticano II. Si tratta, infatti, della collegialità episcopale dove, per lo storico Melloni, “il Papa ha fatto sul serio istituendo la Commissione degli otto cardinali per il governo della Chiesa”, e della povertà. Non poteva mancare, poi, nell’analisi di Melloni, un riferimento allo stile di Papa Bergoglio, definito come “difficilissimo”. Secondo Melloni, infatti, da un lato sembra uno stile “liscio, immediato, iper-comunicativo”. Ma, dall’altro lato, Papa Bergoglio “non cita mai le sue fonti e non trae mai le sue conclusioni”. Uno stile, quest’ultimo, “particolarmente incisivo” che, però, tende a “responsabilizzare maggiormente una Chiesa renitente ad essere responsabilizzata”.
LA SVOLTA GEOPOLITICA E SOCIOECONOMICA DI BERGOGLIO SECONDO PRODI
Dopo essersi chiesto, scherzosamente, il perché fosse stato invitato (“non sono né un teologo né un canonista”), Romano Prodi ha commentato brevemente la recente esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” definendola come una vera e propria “martellata”, ricordando, al contempo, come con l’elezione di Papa Francesco, successore di un Papa polacco ed uno tedesco, la Chiesa abbia “fatto la globalizzazione”.
Ma è soprattutto sul piano geopolitico che, secondo Prodi, la Chiesa di Francesco ha svoltato o, comunque, è pronta alla “svolta”. Con la lettera al presidente russo Putin, in occasione della guerra in Siria, Papa Francesco ha posto un “confine forte”, per il quale la pace è il “punto di riferimento unico” e, quindi, “non solo una priorità”. Prodi si è poi soffermato sul possibile, e probabile, viaggio di Papa Francesco in Terra Santa, prevedendo che non mancheranno da Papa Bergoglio “messaggi forti” dal momento che “Papa Francesco dirà parole che dispiaceranno a tanti in quanto non saranno parole di mediazione”. Secondo Prodi, poi, la Chiesa dovrà fare un “discorso serio” con l’Asia altrimenti, la sola conseguenza possibile, sarà quella di “togliere l’aggettivo cattolico dal Credo”. E Papa Francesco sembra essere la persona giusta dal momento che, si chiede l’ex presidente della Commissione, “se non lo fa un gesuita, chi lo fa?”. In questo percorso di avvicinamento con l’Asia e, soprattutto con la Cina, Francesco sarà affiancato dal Segretario di Stato Parolin: un nome che, secondo Prodi, non è stato scelto a caso, visto “il suo ruolo passato nelle negoziazioni con la Cina e la Chiesa cinese”.
Ma è anche da un punto di vista socio-economico che Romano Prodi ha voluto guardare alla “svolta” di Papa Francesco. Dopo avere chiarito, subito, come in questo campo il successore di Benedetto XVI abbia già lanciato numerosi messaggi, Prodi ha evidenziato come la politica debba combattere l’iniquità: “Dal punto di vista socio-economico, papa Francesco ha lanciato molti messaggi. La sua insistenza è nuova sullo scandalo della povertà, che lui chiama inequità, ed è un richiamo a ciascuno di noi ma anche ai governi. La politica deve combattere l’iniquità”. Secondo Prodi, poi, nelle parole di Papa Francesco si vede la sofferenza patita dal popolo argentino durante la grave crisi economica tanto che, secondo il Professore, il Papa dice che “l’economia di mercato è fallita, perché non recupera le ingiustizie”. Tanto che, dinanzi ai messaggi di Papa Francesco, l’ex primo ministro italiano ha dichiarato di “sentirsi un pericoloso reaganiano”.
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