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Letta si piega ma non si spezza. Gli ultimi sondaggi di Lorien

In seguito ad una settimana caratterizzata da forti proteste in tutto il Paese e dal voto di fiducia sul Governo nella nuova composizione della maggioranza, Lorien Consulting ha condotto una rilevazione dell’Osservatorio per sondare l’opinione degli italiani su questi ed altri temi di attualità politica, economica e sociale.

Innanzitutto la questione dei blocchi e delle proteste di piazza del Movimento 9 Dicembre (o Movimento dei Forconi) ha concentrato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana. E’ già in secondo piano l’elezione di Renzi alle primarie del PD, seguita dall’unica nota internazionale sui funerali di Nelson Mandela.

IL SENTIMENT ATTUALE E IL “MORSO” DELLA CRISI

Il sentiment attuale dei cittadini appare quantomeno drammatico: aumenta il senso di incertezza e frustrazione e calano le speranze. L’indice di Fiducia nel futuro misurato da Lorien incontra un vero e proprio crollo scendendo (per la prima volta nell’ultimo anno) al 40%. A fronte dei drammatici dati economici ufficiali Lorien ha osservato come si è modificata la percezione della crisi nel vissuto dei cittadini: in meno di 3 mesi è aumentata esponenzialmente la quota di chi si sente “personalmente colpito” dalla crisi economica (dal già altissimo 70% all’83%) e peggiorano anche tutti gli indicatori del “disagio economico”. Su tutti: oltre il 60% della popolazione ha ridotto le sue spese per svaghi o prodotti d’elettronica (+13%) oppure non potrebbe permettersi spese impreviste (+14%), impressionante anche la quota di chi ha dovuto ridurre le proprie spese alimentari (aumentati dal 28% al 38%).

LA REAZIONE DEGLI ITALIANI: L’ITALIA IN RIVOLTA

Tuttavia gli italiani, in un modo o nell’altro, reagiscono alla crisi: rimane stabile il 43% di cittadini che hanno un atteggiamento di rinuncia (soprattutto orientati ad emigrare o cercare lavoro lontano da casa); crescono invece sia la quota dei cittadini più attivi (+6%) pronti a migliorare la propria formazione professionale o ad impegnarsi direttamente per cambiare le cose sia, come si è potuto osservare, la protesta (in particolare contro lo Stato e le tasse).

Il Movimento dei Forconi, certamente composito, atomizzato e variegato nella composizione e nei fini politici, sta ottenendo le simpatie di un larghissimo strato di cittadini. Oggi il 62% si sente e si dichiara “vicino alle proteste” del movimento e ben il 48% lo ritiene credibile.

Non solo simpatie, ma anche volontà di partecipare: il 30% dichiara, infatti, di prendere in considerazione di partecipare a proteste future, tuttavia solo il 6% si dice (a parole) sicuro di farlo effettivamente. Il movimento dunque nonostante le divisioni e la generalità della protesta intercetta la volontà di molti di un cambiamento radicale. D’altronde la vicinanza alla gente comune è sottolineato dal fatto che il movimento è percepito innanzitutto come espressione di chi soffre maggiormente la crisi (42%), composto da gente comune (35%) e rivolto genericamente contro lo Stato, le tasse ed i politici (40%).

IL TERMOMETRO DELLA PROTESTA

Come abbiamo già evidenziato cresce la quota di cittadini che si rivolge alla protesta. Infatti, rispetto a due anni fa, è cresciuta la quota di cittadini che scelgono azioni di protesta in molteplici direzioni: cresce soprattutto il terreno dell’opinione (discuterne, gruppi di protesta sui social network, etc.), in secondo luogo crescono tutte le forme di controdipendenza (non voto, sostegno a nuovi movimenti politici) o fuga e rifiuto (non pagare le tasse, emigrare, non affidare i propri soldi alle banche). Infine cresce di ben il 5% anche la quota di chi si dichiara pronto a partecipare a mobilitazioni di piazza o rivolte!

LE PROSPETTIVE DEL GOVERNO

Sul piano politico cala il consenso del Governo, ma l’inevitabilità della situazione (mancanza di alternative) lo mantiene ancora su livelli decisamente positivi: 50% di giudizio positivo. Cresce l’idea di un governo a sempre più lungo termine, si riduce infatti la quota di chi vorrebbe andare ad elezioni subito dopo aver approvato una nuova legge elettorale.

NESSUNO SCOSSONE NELLE INTENZIONI DI VOTO

Si riduce lievemente il centrodestra dopo l’onda emotiva della scissione del PDL che aveva totalizzato un incremento dei consensi, soprattutto a scapito del nuovo movimento di Alfano che perde un punto percentuale. Tuttavia recupera FI. Continua il calo, quasi inesorabile, del centro, ulteriormente diviso al suo interno e “invisibile” nello scontro politico già estremamente frammentato. Cresce il PD sull’onda dell’elezione del nuovo segretario, ma al tempo stesso crescono anche le simpatie per un Movimento 5 Stelle che cerca di intercettare i segni evidenti del malcontento e della protesta popolare. Ancora una volta, senza grandi sommovimenti, la situazione politica e delle intenzioni di voto appare ancora in via di definizione in un momento in cui ancora non sono chiare le future regole del gioco e la composizione delle squadre, nonostante comincino già a delinearsi nuovi capitani e allenatori.


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