Sono stati presentati oggi i nuovi gruppi alla Camera e al Senato di “per l’Italia”, la formazione che vede uniti UDC e popolari usciti da Scelta Civica.
Obiettivo del progetto? Fungere da forza di interposizione che garantisca il sostegno al governo Letta fino al 2015 e fornire una rappresentanza ai moderati stretti da una parte da Angelino Alfano e Silvio Berlusconi e dall’altra dal nuovo Pd di Renzi.
Alcuni nodi verranno al pettine prima di quando ci si aspetti. Primo tra tutti la richiesta di rimpasto caldeggiata dai montiani e dai renziani (e che vedrebbe tra gli obiettivi, oltre che i popolari, i ministri Cancellieri, Zanonato e gli alfaniani).
Il problema principale per la nave popolare resta però l’assottigliarsi dello spazio di navigazione dovuto alla presenza (in gran spolvero) di Alfano e Renzi.
Un quadro tutto da studiare per le truppe di Pierferdinando Casini e Mario Mauro che, però, hanno dalla loro parte l’accredito, e la considerazione, del Partito Popolare Europeo e del suo nuovo presidente Joseph Daul (da sempre critico nei confronti dell’altro partito italiano nel PPE, quello di Forza Italia).
Il 19 dicembre a Bruxelles Daul infatti, ospiterà il consiglio dei presidenti e, alla presenza di Alfano, Casini e Tajani, porrà la situazione italiana all’ordine del giorno prima dei rituali brindisi di Natale.
Resta una speranza per il nuovo rassemblement dei moderati: accettare il guanto di sfida in termini di rinnovamento lanciato dal nuovo segretario del Pd e proporre un campo politico con volti freschi e programmi politici aperti alle nuove sensibilità della società e del mercato.
Solo in questo modo si potrà costruire un partito capace di sopravvivere all’era post-berlusconiana, scavalcando il 4% delle prossime elezioni europee ma, soprattutto, superando l’idea che si possano proporre sempre le stesse ricette al cambiare delle stagioni sociali, economiche e politiche.