“Giornale fascista”. “Il più grande autogol di Matteo Renzi”. Erano questi i termini del rapporto a dir poco teso tra il Fatto quotidiano e il nuovo responsabile della comunicazione del Pd Francesco Nicodemo. Fino a oggi.
Complice l’atmosfera natalizia, meglio “buttarla in caciara”, per dirla alla romana. Ed ecco che sul quotidiano diretto da Antonio Padellaro compare un’intervista scanzonata di Carlo Tecce in cui il blogger ultra renziano fa il simpatico, coniando uno slogan romanesco per Renzi “Ja’a famo”. E in cui soprattutto fa mea culpa e dice di aver scritto “cappellate” contro il Fatto.
Andrea Scanzi con la notizia della nomina di Nicodemo nella nuova squadra di Renzi ha raccolto tutti i tweet che il comunicatore aveva riservato al quotidiano (“finto giornalismo di Santoro e di Travaglio”, “vergognosi”, “Andrea Scanzi è un povero patetico”, solo per citarne alcuni), definendolo “un dileggiatore seriale”. Ed esprimendo dubbi sulla scelta di Renzi: “Mettere Nicodemo alla comunicazione è come piazzare Borghezio all’immigrazione o Gasparri alla Cultura. E’ questo il ‘cambiamento’ che piace a Renzi? Un membro della segreteria che passa tutta la giornata a ridicolizzare i giornalisti ‘infedeli’?”.
Oggi Nicodemo prova a riconciliarsi con il Fatto, anche perché sa che il suo pubblico di riferimento, di sinistra o comunque di sicuro “anti sistema”, e forse deluso un po’ anche da Beppe Grillo, è potenzialmente renziano. Come dimostra la lettera pubblicata domenica da Padellaro in cui si riassumeva lo spirito di tanti messaggi arrivati alla redazione: “Non sono un tuo fan ma alla fine mi sono messo in fila al gazebo pensando se non riesce lui a dare una scossa per farci uscire da questo casino, non ci riesce più nessuno”.
Ed ecco forse perché il giornale travagliesco ha dimostrato di avere nei confronti del nuovo segretario del Pd un atteggiamento non ostile a priori, potremmo chiamarlo “diversamente renziano”: lo studiano, lo interrogano, lo incalzano. Ma per ora non lo bocciano. E questa è già una notizia.