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Parenti sui voli di Stato, una questione di pari diritti

i giornali di destra hanno criticato il presidente della camera, laura boldrini, per essere andata ai funerali di mandela con il compagno di vita. boldrini ha replicato negando che ci siano stati costi supplementari in quanto sarebbe stata “ospitata sul volo del presidente del Consiglio dei ministri”, con tutto lo staff e il compagno. oggi, ilgiornale.it contesta il diverso trattamento riservato a mastella “poiché egli aveva un impegno di lavoro nel capoluogo lombardo, approfittò della circostanza per seguire con il figlio il Gran premio automobilistico (Formula 1) a Monza. E portò con sé sul jet il familiare senza oneri aggiuntivi a carico delle casse pubbliche. Ovvio, il velivolo, che avesse o no a bordo l’erede del ministro, sarebbe comunque decollato da Roma e atterrato a Linate. Per cui Mastella non ebbe alcuna remora a farsi accompagnare dal figlio nella consapevolezza che ciò non avrebbe implicato una spesa extrabudget. Una scelta, la sua, pienamente legittima.Nonostante ciò, come si venne a sapere che l’ex democristiano aveva ospitato sull’aereo una persona a lui cara, non facente parte del proprio staff, scoppiò una polemica di fuoco, che divampò per giorni e giorni, finché la grana non fu archiviata perché il fatto non fu giudicato scorretto“.

la solita politique politicienne, direbbero i francesi. rimane, però, una questione di fondo: perché i parenti dei rappresentanti delle istituzioni devono godere dei trattamenti preferenziali (doverosamente) riservati a chi ha cariche pubbliche? certamente, sia nel caso di boldrini che in quello di mastella, non ci sono stati costi aggiuntivi per lo stato. ma è altrettanto indubbio che i relativi parenti hanno potuto godere di un privilegio che, altrimenti, non avrebbe avuto ovvero che avrebbe potuto ottenere ma a proprie spese.

invero, personalmente, non sono – in via di principio – contrario a che i parenti possano godere dei trattamenti riservati ai titolati familiari quando lo stato non subisce danno alcuno.  anche i politici sono esseri umani.

quello che non mi va proprio giù è che la questione venga trattata con la calcolatrice alla mano, quasi fosse solo un problema di costi.

salvo casi rari, ai dipendenti, pubblici e privati, non è consentito, tout court, portarsi prole e coniugi nelle trasferte lavorative.

va bene che mastella e boldrini si facciano accompagnare dai parenti nei viaggi, ma sarebbe altrettanto opportuno che detta facoltà fosse estesa anche a tutti i lavoratori.

quello che trovo improprio è la doppia misura. se problema c’è, non è economico ma sociale, di eguaglianza, di pari diritti.

inoltre: è un errore considerare il lavoro come un impegno esclusivamente tecnico, spogliandolo della componente emozionale e decontestualizzando, quasi che il lavoratore non sia anche un marito, una madre, un partner.

se non ci sono controindicazioni specifiche, consentiamo anche a mario rossi, sull’esempio di mastella e boldrini, di farsi accompagnare da chi gli è caro nei viaggi, senza oneri aggiunti per il datore di lavoro. ne sarà allietato e, molto probabilmente, renderà meglio. o a tutti o a nessuno.

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