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Poetico regalo di Natale per i lettori di Formiche.net

Mai fidarsi dell’onesto contabile/
Grigio e rigoroso/
ha stuprato la Grecia/
Europa che rigetti le tue radici/
sei nata già morta/
Questa è l’Europa dei salumieri/
praticamente un aborto

Lo spettro della fame/
torna ad aleggiare/
sull’Europa/
non più oasi di civiltà/
e invece di ribellarci/
esaltiamo la sobrietà

Se vivi in un eterno presente/
non puoi concepire il futuro

Caro Alesina/
io so dove vai a parare/
un po’ più presto/
vuoi farci crepare

Draghi volanti/stelle cadenti/
pochi contanti/tutti scontenti

Operazione cieli bui/
Parola chiave/affievolimento/
Smaltimento di ogni umanità/
in nome di un progetto/
come sempre superiore

Io credo/che l’economia/
non abbia diritto/alla poesia

SEDUCILO E UCCIDILO (poema greco)
Biondo, affilato e preciso/
Rohrwacher è il nostro nemico/
Aristide e Temistocle/
si piegano ai suoi diktat/
dimentichi del popolo/
e di democrazia/
Stipendi tagliati/
pensioni negate/
bambini affamati/
speranze vietate/
Ormai non v’è futuro/
lasciate le città/
con le loro albe dorate/
dai rifiuti soffocate/
Ma nemmeno nelle isole/
rifugio troverete/
svendute ai fondi di private equity/
e agli emiri qatarini/
pescare non potrete/
L’impone Bruxelles/
per la massima efficienza/
e il bene generale/
proibito navigare/con le vostre bagnarole/
non sono eco-compatibili/
fate largo ai mega-peschereggi/
dei colossi giapponesi/
Rohrwacher è il nostro nemico/
con teutonico puntiglio/
esamina i bilanci/
senza batter ciglio/
A tal punto ci disprezza/
che corromperlo è impossibile/
Solo tu, Justine, ci puoi salvare/
Lo so che non mi hai perdonato/
tu credi che io non ti abbia mai amato/
Come ti sbagli/
I tuoi baci erano colpi sferrati/
a favore della morte/
e io non volevo/
non potevo vivere solo per te/
che chiedevi devozione totale/
tu, sonnambula sorpresa a camminare/
sui cornicioni/
di una torre troppo alta/
Io ti baciavo ma i tuoi occhi/
non si chiudevano/
di notte sentivo il tuo cervello/
ticchettare forte/
come una sveglia da quattro soldi/
e mi disprezzavi/
perché non riuscivo/
a comprendere quei suoni/
Se oso disturbarti/
è per il bene della Patria/
Te ne sarai accorta/
l’altra sera Rohrwacher ti bramava/
al triste gala/
tra gli specchi del Sofitel/
la vista sull’Acropoli/
il tuo chitone bianco/
la tua pelle abbronzata/
la carnagione olivastra/
che contrasta/
col rossore avvinazzato/
dell’alto funzionario/
Una vita burocratica/
una moglie austera e rigida/
accantonata tra le brume di Amburgo/
città civile e borghese/
lontana mille miglia/
dal caos ateniese/
Lo stomaco rigonfio/
per le troppe birre scolate/
alle feste della Csu/
allo scopo di compiacere/
il potente bavarese,/
Rohrwacher sente/
che qualcosa gli manca/
vorrebbe godere l’ebbrezza del comando/
ma il suo potere è tecnico, glaciale, impersonale/
dettato dalle regole/
di un mercato immaginario/
Il caldo della Grecia gli fa pulsar le vene/
corrode la sua fede/
nel rispetto delle norme/
temuto, disprezzato e solitario/
agogna nel silenzio/
le mani di una donna/
Le tue mani, Justine/
che in un tempo ormai remoto/
si allacciavano alle mie/
Justine, ricordati dei morsi della fame/
dimenticati degli agi/
che ti dona tuo marito/
armatore ed evasore/
Guarda in basso/
nei tuguri della nostra capitale/
la sofferenza di chi fatica/
a trovare da mangiare/
Fallo per loro/
seducilo e uccidilo/
il destino della Patria/
dipende dall’origine del mondo.


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