Il primo obiettivo è stato raggiunto: ovvero la nascita e la legittimazione di un contenitore di centrodestra che si è inteso staccare definitivamente dal cordone ombelicale del berlusconismo. Ma adesso si apre la cosiddetta fase due per il NcD di Angelino Alfano, impegnato da un lato a radicare sui territori la sua creatura e dall’altro e non lasciare scoperto il fronte dei temi su cui il “concorrente” di domani, Matteo Renzi, è costantemente impegnato. Anche perché l’ennesima svolta impressa da Silvio Berlusconi per Forza Italia è improntata a un profilo moderato e non barricadero, tanto che si vocifera di un ruolo di responsabilità per il commissario europeo, Antonio Tajani, proprio per i rapporti fra Forza Italia e l’Europa. Un profilo, quello di Tajani, che cerca di non tralasciare buone relazioni con il Nuovo Centro Destra di Alfano, Lupi e Quagliariello.
TRA BERLUSCONI E RENZI
Il partito alfaniano deve fare i conti dunque con un attivismo non più o non soltanto radicale della riesumata Forza Italia berlusconiana ma anche con un movimentiamo riformatore del Pd targato Matteo Renzi. Due fuochi che potrebbero in prospettiva comprimere le potenzialità di crescita del Nuovo Centro Destra. Così oggi il vicepremier e ministro dell’Interno, in una intervista al Corriere della Sera, rilancia criticando l’ossessione per temi come ius soli e unioni civili del Pd e invocando una tassazione zero per i primi tre anni di vita delle nuove imprese, e attendendo il Pd al varco dei fatti più che delle parole e degli annunci relativi ai contratti di lavoro senza l’articolo 18, ovvero il Job Act alla Matteo Renzi.
STRUTTURA
Sono settimane frenetiche queste per il NcD, non solo per via delle questioni romane come la Legge di Stabilità, la riforma elettorale e il grande tema dell’occupazione perennemente in agenda, ma perché si registra un fermento anche in vista delle elezioni amministrative ed europee del prossimo anno, dove Alfano andrà da solo e con il nuovo simbolo. Territori e alleanze però fanno rima con gruppi di lavoro. Ed ecco che, in una logica di riorganizzazione settoriale, ad ogni ministro alfaniano di governo è stato appaltato un settore nevralgico del nuovo partito: da implementare e da costruire anche con un occhio rivolto al proseguio delle intenzioni sciorinate in occasione della presentazione romana.
LAVORI IN CORSO
Il NcD prenderà parte con il proprio simbolo alle elezioni europee. Quindi niente ipotesi di collaborazioni con i Popolari di Mauro. Al momento sono stati allestiti tre gruppi di lavoro su statuto, idee/programma, territorio (circoli liberi da costituire, liberi nel senso di snelli), con il deputato Raffaello Vignali a svolgere il compito di tesoriere e una nuova sede individuata nel centro della Capitale, in via Arcione. Tra l’altro risulta che nelle varie regioni sono state già raccolte le adesioni di circa la metà dei consiglieri regionali targati Pdl. Al momento l’unica grande incognita resta la legge elettorale, con un sì in linea di massima al doppio turno, ma no alla legge renziana con il modello “sindaco d’Italia”.
DIRETTRICE
Spunti e obiettivi che trapelano anche dai tweet che esponenti di primo piano della nuova formazione, come il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi affidano alla rete (“Il nostro bacino potenziale di voti arriva al 25%: possiamo recuperare con una nuova proposta quanti non ci votano più”), con 2900 amministratori in tutta Italia che hanno già aderito al Ncd (ecco la “mappa” regione per regione). Mentre lo stesso Alfano negli ultimi giorni si è concentrato sulla sicurezza e sulla ripresa economica.