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Attenzione, trogloditi in azione

Sarà che lo stile non è acqua e il rispetto istituzionale è sconosciuto ultimamente (ma purtroppo non solo!) nelle aule del parlamento, trovo nauseante la vicenda che ha visto le deputate del pd   offese dal trucido pentastellato. Ritrovare poi tutta la questione sulle prime pagine e addirittura sul giornale leggere da un blogger un commento a dir poco con una ricostruzione storica da doppia querela, mi sono convinta che al limite della rozzezza non c’è fine.

Pervertiti e frustrati a falange armata nella storia della Repubblica italiana (e anche prima) che hanno scagliato offese sistematiche e reiterate a danno delle signore che occupano scranni di potere ne abbiamo visto e letto. E qui non c’è sinistra e destra che tenga: qui sì che c’è una larga, larghissima maggioranza di alleanze tra maschi contro donne e a volte anche donne contro le donne. E lo strumento si abbatte come una clava ed è sempre spiato dal buco della serratura nelle camere da letto e nella vita privata.

Brutta abitudine transoceanica di puritanesimo malato che diventa arma politica per screditare l’avversario/a, in questo caso le signore. Questa volta mi è stato chiesto di prendere posizione come Consigliera Nazionale di parità. E così è. Scrivo queste righe perché avrei voluto che me lo fosse chiesto anche quando, come ha volgarmente scritto quel tale Mancini oggi, altre signore sono state oggetto di triviali battute fuori e dentro al Parlamento e appartenenti a diversi schieramenti. Ma così non è stato se non in rare rarissime occasioni.

Personalmente mi è stata data solidarietà bipartisan e istituzionale quando mi è stata recapitata una busta con escrementi. Svolgere il mio ruolo è ancora oggi difficile per una cultura delle pari opportunità ancora molto molto poco considerata e molto molto mal sopportata. Soprattutto se agita e portata avanti con competenze e merito riconosciuto da altri con i/le quali hai l’onore di percorrere una strada di impegno.

Le offese di stampo sessuale rivolte alle colleghe parlamentari, e non solo, sono arnesi agitati da  persone troglodite che inadeguatamente occupano scranni di un Parlamento in cui viene votata a fatica una legge contro la violenza, contrastata la legge sulla democrazia paritaria, approvata  ma non applicata la norma sul bilancio di genere nei provvedimenti finanziari.

Voglio sommessamente suggerire a chi frequenta ambiti anacronisticamente maschilisti, che questo atteggiamento si contrasta facendo un minimo di alleanza vera. E’ la squadra che fa la differenza, senza rispolverare nessun vetero femminismo ma con la consapevolezza che ci fortifichiamo sostenendoci reciprocamente, proprio anche in situazioni così sgradevoli. Magari andando oltre.

Non è con l’invidia, la gelosia, la codardia, il rinchiudersi nelle recinto del partito di appartenenza che si sgretola l’omertosa diffamazione e il muro del non rispetto e dell’offesa trucida. Non è raro che “Le femmine”, così apostrofate anche in ambienti ministeriali, sono signore e colleghe  impegnate  nei difficili percorsi riformatori ed economici, consapevoli di sovente  di essere aggredite da bulimici e perversi atteggiamenti di potere, situazioni in cui il settarismo  prevale, la competizione è sull’appartenenza, non sul merito.

E’ la forza dell’autorevolezza nel sostenere riforme del lavoro, della rappresentanza, del sistema elettorale che deriva  però il nostro potere autentico. Ho ben chiara la funzione innovativa che abbiamo e nella quale ho riversato le suggestioni di una attesa e di un impegno durato anni facendomi e facendoci largo in una giungla di situazioni, soffrendo ma anche superando i limiti che la politica ha imposto alla mia, nostra azione, alla quale deve venire finalmente consegnata la possibilità ,anzi la liberta’ di dire e soprattutto fare. Una efficiente politica per il lavoro, per le donne e per il nostro Paese ha un grande valore morale. Lasciamo agli stolti le loro trivialià e andiamo oltre.



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