Carissimo Assessore Fava, chi le scrive, purtroppo o per fortuna, è cresciuto, in un quartiere di Napoli, che non è altro il vero supermarket della droga del sud Italia.
Forse, non le è chiara la posizione geografica e per semplificarle la cosa, le dico che è Scampia, dove, anche un bambino di otto anni, sa, cosa è la piazza, posto, non come quello dove lei è cresciuto o avuto modo di incontrare amici e parenti, oppure, dove la domenica dava quattro calci al pallone, ma semplicemente dove lo smercio di sostanze stupefacenti viene fatto alla luce del giorno.
Oggi sono cresciuto, e proprio con la forza della conoscenza, di ciò che può provocare anche uno solo spinello, le posso assicurare, che è solo poi l’anticamera della disfatta personale, non tutti sono bravi a resistere alla tentazione di provare il brivido più lungo,di dire no quando vogliono, di ammettere che forse, si è oltrepassato il limite, molti sono deboli, ci cascano e ci ricascano, tanto che poi finiscono, con il “bucarsi” , sono capaci di cose inaudite, crudeli e malvagie, pur di arrivare al loro fine.
I più fortunati finiscono in comunità, quelli meno, in overdose per strada, aspettando un ambulanza sempre in allerta, visto i tanti casi giornalieri. Fantasmi, così vengono catalogati, che brancolano nel buio della loro esistenza , qualcuno si dichiara sfortunato, altri, nemmeno più sanno, che cosa significa esser liberi, prigionieri del loro stramaledetto vizio.
Il prezzo maggiore lo pagano le famiglie, come la sua, come la mia, che nonostante, abbia inflitto al proprio figlio, un educazione esemplare, la sfortuna vuole, che ci si trovi in un calvario, tipo via Crucis.
La mia preoccupazione principale e che esistono da decenni, solo due strade, quando si parla di droghe, o legalizzare o vietare assolutamente, forse, la strada giusta e nel mezzo, maggiore informazione sui danni, facciamo conoscere ai giovani quali sono i pericoli, sarebbe più proficuo di ogni proibizione o finta libertà.
Come già fatto in passato,con campagne di sensibilizzazione, mettiamo i giovani davanti ai fatti compiuti, facciamogli vedere i risultati di anni di ricerca, con relative conseguenze.
Legalizzare la droga, porterebbe tanti soldi nelle casse dello stato,ed eliminerebbe uno spaccio criminale, vero, ma il rischio e come quello del gioco, arricchire determinate aziende schiavizzando parte del tessuto sociale e la ricaduta non è benefica,trovandoci poi file di persone, ormai malate, che chiedono aiuto, la ludopatia è una malattia, ma l’esser dogato ancor di più, quindi concretamente, le chiedo di evitare battute a stampo propagandistico e prima di aprire bocca, di farsi un giro, nelle tante comunità di recupero, sparse in Lombardia, forse toccando con mano, capirà, che farsi anche un solo spinello ti può distruggere la vita. Con affetto,Massimiliano.
Caro Fava ti scrivo…
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