Lo scorso dicembre la tedesca ThyssenKrupp ha ricevuto un ordine da Singapore per la fornitura dei primi due sottomarini Type 218SG. I mezzi saranno consegnati nel 2020 e saranno dotati di sistema Aip (air independent propulsion), capace di garantire maggiore autonomia d’immersione. L’intesa prevede inoltre l’addestramento degli equipaggi in Germania.
UN MERCATO IN ESPANSIONE
Un accordo da 1,6 miliardi di euro che, scrive Der Spiegel, andranno direttamente nell’economia tedesca. L’Asia, riporta il settimanale, sta diventando il nuovo mercato per l’industria della difesa di Berlino. Già negli anni scorsi la rivista si era occupata della buona salute del settore armamenti della Germania e degli accordi con gli accordi con i Paesi del Golfo.
LA CORSA AL RIARMO
L’attenzione si sposta ora sulla regione dell’Asia del Pacifico in cui c’è una corsa al riarmo con sullo sfondo le dispute territoriali e le tensioni nel Mar cinese orientale e nel Mar cinese meridionale per i controllo di isolotti in tratti di mare i cui fondali sono ricchi di risorse energetiche e sono poste in punti strategici per il controllo delle rotte e per la pesca.
C’è da considerare anche la decisione nipponica di rivedere verso l’alto il budget della difesa per un 2,8 per cento rispetto all’anno precedente e all’intenzione del premier Shinzo Abe di trasformare le forze di auto-difesa in un esercito regolare mettendo mano alla costituzione pacifista imposta a Tokyo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Secondo i dati dell’Istituto di Stoccolma per gli studi sulla pace (Sipri) tra il 2008 e il 2012 i primi cinque importatori d’armi al mondo sono stati India, Cina, Pakistan, Corea del Sud e Singapore. Con i tre Stati dell’Asia orientale tra i principali mercati.
L’ATTENZIONE DI BERLINO
Un affare che il governo di Berlino guarda di buon occhio e cui dà sostegno con crediti per l’esportazione. D’altra parte il ritorno è fatto di tasse e occupazione. Nello stesso periodo la Germania è secondo il Sipri tra i primi cinque Paesi esportatori. Terzo dietro Stati Uniti e Russia. Il settimanale contesta alla cancelliera, Angela Merkel, un atteggiamento fin troppo favorevole al settore, tanto da passare sopra il tema della tutela dei diritti umani nei Paesi destinatari, come nel caso delle petromonarchie de Golfo.
“Nel Pacifico c’è una corsa agli armamenti”, ricorda Rolf Mützenich, della Spd. “Dobbiamo fare attenzione”, aggiunge nel sottolineare quello che può essere un punto di frizione nella grande coalizione tra i socialdemocratici e i cristiano-democratici della Merkel.