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Ecco i progetti di Obama per una nuova Nsa

Il programma di raccolta dati dell’agenzia per la sicurezza statunitense non sarà più come finora conosciuto, sarà riformato, ma non fermato. Il presidente Barack Obama ha delineato come cambierà il programma di sorveglianza, cercando di equilibrare il proprio discorso tra le esigenze di garantire la sicurezza e quelle di tutela della privacy, per contrastare e rassicurare rispetto ai timori suscitati dalle rivelazioni dell’ex contractor della Nsa, Edward Snowden.

La riforma servirà a dare maggiore fiducia agli americani sul fatto che il loro diritti saranno protetti, allo stesso tempo l’intelligence e le agenzie per la tutela della legge manterranno gli strumenti necessari a garantire la nostra sicurezza”, ha detto il capo di Stato.

Il piano d’azione annunciato da Obama, spiega Reuters, avrà lo scopo di adattare i regolamento ai rapidi cambiamenti nella tecniche di sorveglianza usate dagli analisti dell’NSA per spiare le comunicazioni a livello globale.

La riforma servirà a evitare potenziali abusi, ha spiegato. Obama ha comunque difeso l’operato dell’agenzia per la sicurezza. “Non ha abusato della propria autorità per ascoltare le conversazioni private o leggere le email”, ha sottolineato. Il capo di Stato ha inoltre detto di non dover chiedere scusa se le agenzie di intelligence fanno il loro lavoro, come quelle di altri Paesi, e lo fanno bene e ha aggiunto di non potere “disarmare unilateralmente” le agenzie. Certo, sottolinea il Guardian, uno dei giornali a pubblicare i documenti forniti da Snowden, Obama non ha citato i giudici federali secondo cui la Nsa ha sistematicamente oltrepassato i limiti.

Pareri discordanti, che nelle scorse settimane, a stretto giro l’uno dall’altro, ha visto due giudici dare interpretazioni opposte sulla legittimità del programma di sorveglianza.

Nell’ambito della revisione, non sarà più il governo a tenere la mole di dati raccolta, ma una entità privata. Al riguardo il presidente ha dato mandato al segretario alla Giustizia, Eric Holder, al direttore della NSA, Keith Alexander, e al resto della comunità dell’intelligence di fare proposte per capire a quale soggetto terzo affidarla. Il programma di sorveglianza dovrà essere autorizzato di nuovo dal Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC) entro il 28 marzo.

La ricerca di dati sarà inoltre sottoposta all’approvazione di un giudice. L’uso del materiale sarà inoltre limitato a determinati ambiti, sebbene abbastanza ampi: antiterrorismo, contro-spionaggio, azione contro la proliferazione di armamenti, sicurezza informatica, protezione delle truppe statunitensi e degli alleati, lotta al crimine transnazionale.

I gradi di separazione tra il  sospetto e le persone che si potranno sorvegliare saranno inoltre ridotti da tre a due, limitando quindi quanti potranno essere messi sotto controllo. Vale a dire che potranno essere sorvegliati i numeri in entrata e in uscita di un sospetto e che a loro volta questi numeri potranno essere controllati.

Non spieremo i leader nostri alleati”, ha poi detto Obama, in un certo senso un’ammissione implicita che in passato ciò è avvenuto, come svelato in questi mesi dai documenti, portando a frizioni tra Washington e i Paesi amici, in particolare Germania e Brasile.
Restano fuori dal discorso alcuni punti emersi dalle inchieste. Ad esempio il tentativo della NSA di indebolire la crittografia o attività, come quella portata avanti con il programma Dishfire che, secondo quanto riportato dal Guardian, permettere di raccogliere una media di 200 milioni di sms al giorno in tutto il mondo.

Per Obama lo scandalo è servito ad aprire una discussione seria sul tema. Il presidente non manca però di dare una stoccata a Snowden, cui al momento è stato garantito asilo in Russia. Obama ha criticato il modo “sensazionalistico” in cui la vicenda è venuta a galla. “La difesa nazionale dipende in parte dalla fiducia che diamo a chi conosce i nostri segreti”, ha commentato.

La prossima settimana, ha detto il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, alla Cnn, dovrebbe arrivare la risposta di Snowden. Intanto la stessa WikiLeaks parla in un tweet di quaranta minuti usati per non dire niente. Un’impressione condivisa da molti critici del programma di sorveglianza, che si aspettavano di più da Obama.

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