Pubblichiamo un articolo di Affari Internazionali
Israele nutre una diffidenza storica verso gli europei. Se ne possono ben capire le origini. Oggi che l’iniziativa del segretario di Stato statunitense John Kerry per il Medio Oriente ha rilanciato un negoziato apparentemente senza fine – il cosiddetto “processo di pace” con i palestinesi – le frizioni con l’Europa non mancano.
Particolarmente forti sono le frizioni a proposito degli insediamenti di coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Considerati illegali dalla comunità internazionale, questi insediamenti continuano a essere programmati da Israele, rischiando di far saltare il progetto dei due stati coesistenti fianco a fianco in pace e sicurezza.
Per fiancheggiare concretamente il negoziato, l’Unione Europea ha da ultimo revocato i propri aiuti laddove essi possano avvallare la politica degli insediamenti e ha richiamato con fermezza a più riprese Israele a una revisione di tale politica.
PRECURSORE EUROPEO
Ben venga dunque l’ingresso a pieno titolo di Israele nel Cern – Centro europeo per la ricerca nucleare – celebrato il 15 gennaio a Ginevra. Israele vi ha aderito, dopo un periodo di rodaggio come osservatore dal 1991, quale ventunesimo stato membro, il primo non-europeo.
Il Cern è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, un grande progetto scientifico concepito nel primo dopo-guerra come strumento di collaborazione e confidence-building tra europei: ricerca scientifica ai massimi livelli, e al contempo ricerca di consolidamento di una pace appena ritrovata. In tal senso, strumento antesignano e complementare alla costruzione dell’Europa comunitaria.
L’ingresso di Israele al Cern è stato accompagnato dal convinto appoggio dell’Italia, che all’Organizzazione conferisce da sempre un apporto di altissimo livello ivi incluso con scienziati italiani in posizioni apicali.
Lo statuto del Cern, che nei decenni ha conseguito successi scientifici straordinari con ricadute epocali nel campo civile – basti pensare al ‘web’ che è all’origine delle comunicazioni informatiche o ad applicazioni in campo medico come la risonanza magnetica, e da ultimo alla scoperta del bosone di Higgs (cosiddetta “particella di dio”, la matrice della materia dell’universo) che apre nuovi orizzonti per la comprensione del mondo e dell’umanità – sancisce esplicitamente l’estraneità a qualsiasi programma di ricerca a scopi militari e ne fonda l’operato sui principi della collaborazione e della convivenza universale: la scienza come patrimonio del genere umano, la ricerca scientifica come fattore di coesione trai popoli.
Laura Mirachian è ambasciatore, già rappresentante permanente presso Nazioni Unite e organizzazioni internazionali a Ginevra.