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Banco Popolare, Mps, Bpm & Co, ecco perché gli aumenti di capitale non sono la panacea per l’economia

Rafforzate al più presto i patrimoni altrimenti analisi e vigilanti vi puniranno. E’ questo il mantra prevalente per le banche italiane, e non solo italiane. Peccato che quando le banche – come è stato il caso del Banco Popolare – annuncia la ricapitalizzazione, il titolo in Borsa sia caduto. Non solo: è pure fallace, come notano gli esperti meno avvezzi a mode e facili entusiasmi, la convinzione che ricapitalizzando le banche in futuro ci saranno aumenti di finanziamenti. Infatti la ricapitalizzazione di molti istituti di credito italiani, resa necessaria dalle regole stringenti di Basilea 3, potrebbe non coincidere con un aumento dei prestiti a famiglie e imprese.

Pur avendo maggiore liquidità a disposizione, molte banche dovranno confrontarsi con un contesto fragilissimo, con la recessione più dura del dopoguerra e le imprese che non riescono in buon numero a onorare i debiti pregressi. Potranno anche essere solidi, ma non va dimenticato che gli istituti di credito continuano ad operare in un quadro dove l’economia reale è fortemente provata dalla crisi economica.

Ecco perché, spiega Il Sole 24 Ore, “chiedere alle banche un nuovo round di aumenti di capitale” ha “pesanti effetti collaterali” e non le invoglierà a “riaprire i rubinetti del credito“.

IL BANCO POPOLARE
Per spiegare meglio la situazione il quotidiano diretto da Roberto Napoletano fa riferimento a due esempi concreti. Il primo è quello del Banco Popolare, che ha da poco “annunciato un aumento di capitale da 1,5 miliardi“, ma è messa però a dura prova “da un’impennata delle sofferenze” e per questo ha già tagliato fortemente il credito, “calato in 2 anni di oltre 4 miliardi“. E il futuro non potrà essere molto differente.

IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Discorso analogo per il Monte dei Paschi di Siena, in una situazione se possibile ancora più problematica. Sarà ricapitalizzato per 3 miliardi di euro, nonostante le fibrillazioni che ci sono state tra il vertice di Mps e quello della fondazione Mps. Anche per l’istituto senese stessi effetti del Banco Popolare: “Titolo destinato a scendere, diluizione dei futuri utili per azione, attrattività e redditività a zero”, scrive Fabio Pavesi del Sole. Ma quei 3 miliardi di capitale necessari, sottolinea il giornale di Confindustria, “ristabiliranno (forse) la solidità patrimoniale, ma non serviranno certo a dare nuovo credito“.

GLI ALTRI ISTITUTI
E questo, conclude il quotidiano di via Monte Rosa, “vale e varrà per tutte le piccole banche cui sarà chiesto di aumentare il capitale: dalla Popolare di Milano a Carige; a Banca Marche; a Veneto Banca“. Tutte, in estrema sintesi, “banche sane in economia malata“.



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