Ma dove sarà finito Gianni Letta? La domanda arrovellava addetti ai lavori e giornalisti mentre Silvio Berlusconi decadeva, rottamava il Pdl, riesumava Forza Italia, faceva il barricadero e mediava tra falchi e colombe in senso di confuso spaesamento.
Poi è arrivato il vulcanico Matteo Renzi che, con piglio berlusconiano, decide che non si può più traccheggiare sulle riforme tante volte evocate e altrettante volte sopite, e dunque per andare al sodo e avere il sostegno dell’opposizione di Forza Italia, invita a un tu per tu il tanto avversato, condannato e decaduto Berlusconi al Largo del Nazareno, sede del Pd, con tanto di tam-tam mediatico e lancio dell’evento da Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche.
E se Renzi si fa trovare con il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini, il moderato mediatore, come lo definisce oggi la giornalista del Corriere della Sera, Elisabetta Soglio, Berlusconi non si fa accompagnare da Denis Verdini o da Raffaele Fitto bensì dal redivivo Gianni Letta. A conferma di quello che molti osservatori vociferavano mentre dal defunto Pdl si staccava la costola moderata e governativa del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello e Maurizio Sacconi: Letta sta in letargo ma non ha abbandonato la casa berlusconiana. E così, quando c’è da discutere, mediare e trovare soluzioni non ci si può affidare agli sbraitanti falchi ma alle persone di esperienza, dal profilo istituzionale, riconosciute e apprezzate non solo dalla casa berlusconiana.
Ecco, dunque, il gran ritorno di Gianni Letta, il miglior attore non protagonista nel film in corso di produzione chiamato “Renzusconi”.