Il Fatto quotidiano, specializzato in provocazioni insultanti, ignobili ed inventate, torna ad attaccare la nuova Unita’ di Matteo Fago, sua diretta concorrente sul piano culturale che editoriale. E, in sequenza, spara titoli ad effetto: “Non e’ il sol dell’avvenire quello che splende oggi sul quotidiano ex comunista l’Unita’ ma uno spicchio del Sole 24 Ore e piu’ precisamente e’ il sole di Alfonso Dell’Erario”, giornalista economico del Messaggero ben avvezzo ai piani alti della Confindustria; poi “l’Unita’ da Gramsci a Lavitola’, l’ex-direttore dell’Avanti, faccendiere amico di Silvio Berlusconi e infine ‘Unitola’, firmato dal vice-direttoreMarco Travaglio. Cresciuto nell’editoria di destra: prima ‘Il Borghese’, poi ‘Il Giornale’ e ‘L’Indipendente’, Travaglio viene sdogato ‘a sinistra’ dal club mediatico affine al ‘partito-editoriale’ Espresso-Repubblica: Antonio Padellaro e Paolo Flores D’Arcais cui si aggregano l’Uomo Fiat, Furio Colombo, e il ‘guru’ del giornalismo televisivo, Michele Santoro, il fior fiore dell’intellighentia di una sinistra giustizialista e girotondina che di volta in volta sposa politici dalla breve apparizione ma della stessa pasta: Di Pietro, Ingroia, fino a Grillo. In preda a crisi di panico, su ‘Il Borghese [Fatto] quotidiano’, Travaglio straparla e scrive “[…] Lo psico-guru Massimo Fagioli, méntore dell’azionista Matteo Fago, e’ parecchio su di giri, ma non siamo in grado di riportare il suo commento perche’ non si capisce niente”. Un falso colossale. “Su di giri?”. Parla di se stesso, il Travaglio…”non si capisce niente”? Certamente di quel che scrive: non risulta infatti che lo psichiatra Massimo Fagioli abbia rilasciato dichiarazioni in proposito. Travaglio, come del resto la congrega cui appartiene, vede ovunque ‘il fantasma’ dello psichiatra dell’Analisi collettiva che non fa parte ne’ della Nie, ne’ della redazione dell’Unita’, ne’ e’ mentore di Fago. Dunque ‘balle colossali’, se non addirittura farneticazioni! Ma lucidissime e dirette a gettare scompiglio e far insorgere la redazione: ed e’ quanto sta accadendo perche’ il Cdr ha avuto dall’assemblea dei giornalisti a disposizione un ‘pacchetto’ di 5 giorni di sciopero se non saranno cacciati l’ad della Nie, Fabrizio Meli per non aver reso noto l’ingresso nella ‘Partecipazioni integrate srl’, che ha il 13,98% della Nie, della ex-senatrice di Forza Italia, Clara Ioannucci, moglie di Dell’Erario e amica di Lavitola, e la stessa Ioannucci. Vero che il Cdr riconosce al’azionista di maggioranza Fago, 51,06% della Nie, il merito di “aperture” nonche’ di aver “[…] mostrato di comprendere il nostro disagio” ma l’arma dello sciopero resta carica e in piedi, “per garantire a l’Unita’ un futuro degno di una lunga e gloriosa storia”. Parare un alquanto improbabile colpo di ‘berlusconizzazione’ dell’Unita’ e’ giusto e assai corretto, ma altrettanto doveroso sarebbe, anzi e’, per la storia del giornale e dei suoi lettori, spendere una parola sulle “infamie” del Fatto quodiano, a partire dalla presenza nella Chiara srl, societa’ dell’ex-presidente della Bpm e pregiudicato Massimo Ponzellini, che ha l’1,10% del capitale della Nie, di Padellaro e Colombo con il 2% ciascuno! E anche piu’ di una parola sulla disastrosa conduzione e gestione dell’Unita’ da parte dei due ‘campioni’ del giornalismo urlato all’inizio degli anni 2000, Padellaro e Colombo. Ci pensa in proposito l’ad Meli: “Dispiace che il Cdr sia caduto nell’ennesima provocazione del Fatto Quotidiano, interessato non certo alla “purezza” dell’azionariato de l’Unità ma a portare discredito a un giornale concorrente. Operazione tanto più odiosa in quanto portata avanti da quanti con ruoli diversi, direttore, vicedirettore, editorialisti vari e manager, hanno lavorato per anni proprio per l’Unità, percependo stipendi assai elevati e lasciando deficit altrettanto elevati e questo quando i tanto dal Fatto stesso oggi vituperati contributi pubblici erano pari al doppio di quelli attuali”. Ed ancora: “Non ultimo, nella ricerca delle verità assolute, credo sia opportuno ricordare che gli stessi Antonio Padellaro (direttore del Fatto quotidiano promosso presidente del consiglio di amministrazione della relativa società editrice) e l’ex senatore Furio Colombo sono ancora oggi presenti con una quota nell’azionariato della Chiara srl, società che controlla parte del pacchetto azionario della Nie spa”, conclude Meli. Lo sciopero, in questo momento delicatissimo, e’ per la nuova Unita’ un’arma perniciosa da maneggiare con molta perizia e cura, distinguendo sempre e bene “lo sciopero sindacale”, in ragione di piani di riorganizzazione e/o ristrutturazioni aziendali che comportano tagli occupazionali e/o per gravi violazioni di norme contrattuali, dallo “sciopero politico”, per ragioni extra-sindacali, come nel caso in oggetto: gli assetti societari, che non e’ materia specifica e diretta, anche se da non sottovalutare, del Cdr. Tanto piu’ che l’eventuale presenza della Ioannucci in ‘Partecipazioni integrate srl’ non comporta una presenza diretta nella Nie: allo stesso modo di Padellaro e Colombo che con il 2% della Chiara srl da anni sarebbero nella Nie attraverso la Chiara srl. Far pulizia di questa strane scatole cinesi e’ una richiesta legittima del Cdr: ma la minaccia di sciopero e’ eccessiva. La nuova Unita’ non ha bisogno di smottamenti, fibrillazioni, tensioni che si ripercuotono all’esterno: ha bisogno di un editore in gamba e disponibile al dialogo, e fortunatamente lo ha gia’ trovato, dalle idee e progetti editoriali chiari, e Fago li ha gia’ manifestati: essere “un giornale aperto a contributi, di cultura e di approfondimento” e soprattutto “non di partito” come lo volle il suo fondatore Antonio Gramsci che guarda caso e’ stato ‘rottamato’ e/o ‘asfatato’ dal Fatto quotdiano che nel suo Pantheon ha messo De Gasperi, Togliatti e Berlinguer, come ha detto l’uomo Dal Monte-Fiat, Colombo! Oltre che di un editore in gamba, l’Unita’ avrebbe bisogno di un direttore ‘autorevole’, ‘colto’, possibilmente ‘laico’ e ‘aperto’ al dialogo e al confronto: e Luca Lando’ si sta muovendo in questi primi mesi di direzione in tal senso, forse e’ arrivato il momento di piu’ determinazione. Ed infine ha bisogno di un Cdr, forse, piu’ grintoso ed agguerrito ma meno ‘politicizzato’, o meglio meno ‘partigiano’ per questa o quella fazione. Insomma, una risposta o dal direttore o da uno dei due vice-direttori dell’Unita’ alle infamie ed insulti gratuiti del Fatto quotidiano non ci sarebbe affatto stata male.