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Ecco perché “il sindaco d’Italia” non piace a Berlusconi e Grillo. Il sondaggio Eulab

Il ritorno sui banchi della politica, dopo le vacanze natalizie, ha in programma il “compito in classe” più difficile, quello rimandato per oltre sei anni: la riforma elettorale. Le tre proposte messe in campo da Matteo Renzi (spagnolo, Mattarellum rivisitato e sindaco d’Italia) fanno discutere i partiti che si interrogano su quale sia il sistema che può maggiormente favorirli.

Una misurazione di vantaggi e svantaggi in cui si è cimentato anche l’istituto Eulab in un sondaggio, ripreso da You Trend, in cui ha chiesto agli intervistati di esprimere la loro intenzione di voto al variare della legge elettorale.

Le sorprese maggiori emergono sul modello “sindaco d’Italia”, il preferito dal nuovo segretario Pd. Ma andiamo con ordine, passando in rassegna tutti i risultati, sistema per sistema.

SISTEMA TEDESCO, OVVERO NUOVE LARGHE INTESE
Si tratta di un sistema proporzionale con sbarramento al 4% ed è la modalità con cui si voterebbe oggi alla Camera, dopo la bocciatura del premio di maggioranza da parte della Consulta. La soglia del 4% provoca un effetto “voto strategico”, avvantaggiando i partiti maggiori (Pd, Forza Italia e M5S) ma anche il Nuovo Centrodestra e Scelta civica. Il partito montiano supererebbe lo sbarramento probabilmente a discapito dell’Udc che viene percepito meno in grado rispetto all’ex alleato di catturare i consensi necessari per arrivare al 4%. Un dato curioso visto che nelle intenzioni di voto la prospettiva è ribaltata ed è il movimento di Casini ad essere davanti.
L’esito che deriva da questo modello è comunque senza un vincitore assoluto, secondo il sondaggio: nessuno avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi e si dovrebbe ricorrere ad una coalizione Pd-Fi (o in alternativa Pd-M5S o Fi-M5S).

SISTEMA FRANCESE, AFFLUENZA DA RECORD
Con un maggioritario a doppio turno con collegi uninominali, Eulab non registra particolari differenze rispetto al voto standard. Quello che salta agli occhi è l’affluenza da record che porta il Pd a superare i 10 milioni di voti e Forza Italia a sfiorare i 7 milioni.

Con i collegi uninominali, dal sondaggio emerge che solo tre partiti avrebbero concrete possibilità di accedere al secondo turno in tutti i collegi: il Pd, Forza Italia e il Movimento 5 stelle. Ipotizzando che al secondo turno vi siano solo due tra questi movimenti, lo studio li mette a confronto in tre sfide “binarie”:

Pd vs. Forza Italia
Il 56,2% degli elettori sceglierebbe il Pd rispetto a Forza Italia, ma con un’affluenza ridotta al 55%; se la sfida al secondo turno fosse riservata solo a questi due partiti, essi otterrebbero comunque, complessivamente, circa 4 milioni di elettori in più a testa.

Pd vs. M5S
Il Pd prevarrebbe sul M5S, ma con un numero inferiore di voti (meno di 13 milioni) e un’affluenza minore (poco più del 50% degli aventi diritto voterebbe a un ballottaggio con questi due partiti). Il M5S otterrebbe comunque 11 milioni di voti, provenienti in gran parte da elettori di centrodestra.

M5S vs. Forza Italia 
Avrebbe la meglio Forza Italia, con 14 milioni di voto e un’affluenza superiore al 55%, attraendo presumibilmente tutti i voti dell’area di centrodestra e dell’elettorato più moderato. Gli elettori del centro-sinistra si rivolgerebbero al partito di Grillo con un consenso stimato attorno a 12 milioni di voti.

IL SINDACO D’ITALIA PENALIZZA IL M5S E NON SOLO…
Il modello più sponsorizzato da Renzi, che vede anche il consenso del Nuovo Centrodestra, come dimostra l’intervista di oggi di Maurizio Lupi al Corriere della Sera, prevede un ballottaggio tra le due coalizioni più votate per l’assegnazione del premio di maggioranza. Nel sondaggio di Eulab, è prevista la possibilità di esprimere un voto “solo alla coalizione”, senza indicare preferenze per il partito. Forse proprio grazie a questo, si nota un’affluenza record (quasi l’84%), trainata da coloro che più che in un partito si riconoscono in un’area politica: così il 4,2% degli elettori voterebbe genericamente per il centrosinistra e il 6,4% per il centrodestra (ma solo lo 0,7% per il centro). Il sondaggio evidenzia anche un forte calo del M5S con questo sistema: solo il 16% degli elettori lo voterebbe, escludendolo di fatto dal ballottaggio.

Tre gli scenari studiati per il secondo turno:

Centrodestra vs. Centrosinistra

Il centrosinistra batterebbe nettamente il centrodestra per 57,3 a 42,7 e sfiorando i 20 milioni di voti (siamo ai livelli che portarono l’Unione di Prodi a vincere le elezioni del 2006). L’affluenza resterebbe piuttosto alta, sopra il 73%.

M5S vs. Centrosinistra
Il movimento di Beppe Grillo verrebbe sconfitto dal centrosinistra per 59 a 41, con affluenza inferiore al 69%.

M5S vs. Centrodestra
Qui sta la sorpresa e forse il motivo per cui questo modello non piace a Berlusconi e ai suoi. Il movimento grillino potrebbe battere la coalizione di centrodestra 52,3% contro 47,7%. Così se con Forza Italia ne sarebbe uscito sconfitto, in questo caso la differenza sta tutta nell’affluenza maggiore: 71,7% rispetto al 55% rilevato nell’altro scenario.

 



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