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Come Israele e palestinesi fanno la pace col gas

Secondo la stampa è cosa fatta. Israele ha firmato la licenza per lo sfruttamento del giacimento di gas naturale Leviathan. Il contratto firmato ufficialmente, è stato siglato con una società che opera presso l’Autorità nazionale palestinese per la fornitura a una centrale energetica che sarà costruita nella città di Jenin, in Cisgiordania, con una produzione di 0,2 miliardi di metri cubici annui e per la durata di 20 anni. Il giacimento ha riserve stimate in 600 milioni di barili di petrolio e di 4 miliardi di piedi cubi di gas naturale.

Con queste disponibilità di energia Israele potrebbe lanciarsi verso l’indipendenza energetica e affrancarsi dalle forniture che arrivano dall’estero. Le riserve di Leviathan (che si trova a circa 150 chilometri dalla costa di Haifa) potrebbero diventare un’importante alternativa al gas importato con sempre maggiore difficoltà attraverso il gasdotto del Sinai (metà del gas naturale consumato da Israele proviene dall’Egitto) a causa dei ripetuti attentati terroristici. Anche i palestinese hanno un grande bisogno di energia e costruire una centrale elettrica in Cisgiordania significherebbe diventare meno dipendente dalle forniture che arrivano da Israele.

Il contratto di fornitura ai palestinesi ha visto la luce grazie all’intervento del Qatar che ha deciso di finanziare il progetto per un ammontare di 1,2 miliardi di dollari. Il piccolo e ricchissimo emirato del Golfo Persico conferma, così, la volontà di continuare a giocare un ruolo importante sullo scacchiere mediorientale con un occhio di riguardo alla questione israelo palestinese.

 


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