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L’Italicum di Renzi passato ai raggi X. Parla il prof. Lippolis

“È un testo migliore rispetto alle indiscrezioni uscite ieri, che lo rendevano praticamente ‘un Porcellum rivisitato'”. E’ il commento di Vincenzo Lippolis, professore di Diritto comparato all’Università degli studi internazionali di Roma, sulla legge elettorale presentata oggi, non senza polemiche interne, dal nuovo segretario Pd. Mini liste bloccate, premio di maggioranza al 35%, doppio turno di coalizione le caratteristiche principali di un testo “prendere o lasciare”, secondo il sindaco. Tuttavia ci sono dei punti critici che il “saggio” del governo Letta spiega a Formiche.net.

UNA LEGGE ADATTA PER UNA CAMERA
“Un sistema che prevede il ballottaggio di coalizione in linea con le conclusioni a cui è giunta la commissione dei saggi sulle riforme permette – fa notare Lippolis – anche ai partiti minori di contare, ma si può utilizzare con una Camera sola che dà la fiducia. Per questo è importante che si arrivi contemporaneamente al superamento del bicameralismo perfetto, il cui parto non sarà certo indolore”. In caso contrario si rischiano effetti disastrosi, avverte: “Nulla assicura che al ballottaggio arrivino gli stessi partiti sia alla Camera che al Senato e che sia vinto dalla stessa coalizione in tutti e due i rami del Parlamento”. Senza contare poi che l’accesso al doppio turno potrebbe riservare delle sorprese: “Ricordo che l’assetto al momento è tripolare. E se poi al secondo turno arrivasse Grillo?”, si chiede provocatoriamente il giurista.

SI’ ALLE PREFERENZE, NO ALLE PRIMARIE
Un altro dei punti più caldi è quello delle preferenze. “Vi è un interesse convergente di Renzi e Berlusconi alle liste bloccate per avere il controllo dei rispettivi partiti – rileva – resto convinto che siano meglio le preferenze rispetto alle liste bloccate – aggiunge – consentono un intervento più diretto e incisivo da parte dell’elettorato, visti anche i collegi di ridotte dimensioni introdotti dal nuovo testo che quindi garantirebbero il rapporto diretto tra elettore ed eletto”. Anche perché il meccanismo promesso da Renzi per ottemperare a questa mancanza, le primarie, non convincono il Professore: “Se sono realmente competitve, inseriscono un elemento di tensione interna al partito e richiedono finanziamenti e fondi. E poi un partito dovrebbe sapere selezionare la propria classe dirigente. Sono d’accordo con quello che ha scritto l’editorialista di Newsweek Fareed Zakaria, e cioè che le primarie abbiano rappresentato la morte dei partiti americani”.

PREMIO DI MAGGIORANZA AL 40%
Un po’ bassa è poi la soglia del 35% dei voti per accedere al premio di maggioranza, secondo l’esperto: “Sarebbe preferibile una soglia al 40% per avere un maggiore bilanciamento ed evitare che il premio sia eccessivamente alto rispetto ai voti raccolti. Si sarebbe così maggiormente in linea con le indicazioni della Corte costituzionale”.

UN PUNTO IN PIU’
C’è un punto ulteriore che Lippolis consiglia di inserire nella proposta, l’eliminazione della norma che consente ai leader politici di presentarsi in tutte le circoscrizioni: “Ciò consente loro di scegliere a chi lasciare il posto nelle altre circoscrizioni. E’ un ulteriore meccanismo che ha reso nominati i parlamentari. Per questo andrebbe previsto un limite massimo di circoscrizioni o collegi in cui presentarsi”.


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