una serie di fattori, tra loro interconnessi, sta portando all’apertura di una vera e propria apertura di una prateria – più che uno spazio politico – per la sinistra alternativa al centrosinistra e al partito democratico.
il primo tra questi è renzi.
il neoeletto segretario dei democratici è foriero di una riscossa liberal del maggiore partito che tutela le larghe intese e questo ha fatto storcere la bocca a chi si era “turato il naso e aveva votato pd”. parafrasando chi aveva detto che bisognava turarsi il naso e votare la democrazia cristiana.
la legge elettorale proposta dal pd di matteo renzi è la rappresentazione fattiva di ciò che di solito si intende con bipartitismo: soglia di sbarramento al 12% per le coalizioni e al 5% per le forze politiche all’interno di esse, mentre per i partiti fuori dalle coalizioni l’esclusione è fissata all’8%.
il messaggio implicito (ma neanche più di tanto) sembra essere molto chiaro: non voglio aver impicci d’ogni genere, voglio governare e pretendo di essere in grado di farlo.
tant’è che i partitini, secondo il segretario democrat, devono arrangiarsi.
il secondo fattore è rappresentato dalle europee.
la candidatura di alexis tsipras, rappresentante della formazione politica greca syriza, in qualità di presidente della commissione europea, anima il dibattito a sinistra del pd, così come quello della collocazione all’interno del parlamento europeo (se con il gue/ngl oppure col pse)
indecisi sulla quasi totalità di posizioni da assumere, l’opportunità a sinistra è notevole: riunire i pezzi che si sono allontanati, di partito e non, dalla vita politica per proporre una candidatura unica che non ha bisogno di contestazioni da una e dall’altra parte.
questi due fattori, apparentemente insignificanti, hanno dato una smossa alle acque torbide della sinistra alternativa italiana: lo stesso congresso di sinistra ecologia libertà ha sancito un’inversione a “u” nei confronti del dispotismo vendoliano che avrebbe appoggiato, anche questa volta, il pd per l’entrata nel pse.
d’altronde vendola l’aveva ribadito con chiarezza al congresso del psi di venezia e così anche il segretario socialista: unire pd, sel e psi in un’unica lista in vista delle elezioni europee che si collochi col pse.
non il “sogno di una vita”, per il governatore pugliese, ma una base per sconfiggere “l’avanzata delle destre”. la base, però, non l’ha seguito e la candidatura di tsipras ne è stata la rappresentazione: il greco spariglia tutto e la fase cambia ancora.
l’asse politico si sposta, inaspettatamente, a sinistra e la base del partito di nichi vendola strappa un “mandato esplorativo” all’interno del gue seppure parteciperà al congresso del pse.
da rifondazione paolo ferrero, pochi giorni fa, dichiarava “le parole di vendola, di scegliere tsipras per andare verso schulz, sono la massima espressione di questa confusione che speriamo sia rapidamente superata: schulz sta con la merkel, tsipras contro la merkel. si tratta di scegliere se stare con la merkel o contro e la democrazia serve proprio per questo: la democrazia serve a scegliere tra opzioni diverse, tra il liberismo di schulz e l’antiliberismo di tsipras”.
ieri, inoltre fabio nobile, della segreteria nazionale dei comunisti italiani, rincarava la dose così commentando: “i comunisti, unitariamente, dovrebbero quindi incalzare sel: l’attesismo di questi mesi dovrebbe lasciare il passo ad un’offensiva politica che ponga al centro del dibattito i temi relativi all’europa e alle politiche d’austerity. L’iper-tatticismo è sempre prodromico del codismo, come dimostra la nostra storia recente. a cascata andrebbe posto il tema del gue, che è sostanziale e non formale”.
insomma, per la prima volta senza gabbie di alleanze e tatticismi, sembra ci sia una prateria aperta per la discussione a sinistra e per l’alternativa politica a prescindere da una coalizione (quella di centrosinistra), a partire dall’elemento della tornata elettorale europea.
staremo a vedere.