“Solo con la partecipazione collettiva e solidale alla vita politica un popolo può tornare padrone di sé”
Queste parole del grande Piero Calamandrei sono fondamentali per capire dove stiamo andando.
Partecipazione collettiva e solidale significa molte cose.
Esattamente il contrario di quanto sta avvenendo in questi ultimi anni e in questi ultimi giorni….
Le liste bloccate sono la negazione della partecipazione. A questo punto, paradosso per paradosso, dovrebbe essere completamente rivisto anche il ruolo della Consulta.
Perché la nuova legge elettorale non è stata “ideata” PRIMA delle motivazioni della Corte? Si aspettava forse l’apertura di una finestra anche piccola?
Questo paradossale accordo Renzi Berlusconi non convince poiché il sistema elettorale che ne esce è un sistema che non permette al Paese di uscire dal guado. C’è il nodo della rappresentanza delle forze politiche minori che, in questa fase, cogliere in modo più adeguato le varie voci del Paese che non si riconoscono in questi attuali ed arroccati schieramenti. Una “riforma” troppo poco aderente alla volontà della Corte e poi la questione delle preferenze se non altro toglierebbe ai partiti il diritto di nomina, fermo restando che l’accessibilità alle liste dovrebbe essere oltremodo garantita anche a coloro non facoltosi e “indipendenti”.
Penso ai tanti che si vogliono avvicinare alla politica alla ricerca di nuovi spazi.
Renzi aveva tutte le carte in regola per rappresentare il nuovo. Questo incontro fa dubitare. Forza Italia è un partito formato intorno al suo leader. Senza di lui è destinato a crollare! Nel PD invece l’aspetto democratico poteva essere almeno salvaguardato, senza forzature, dopo i vari infortuni iniziati con la nuova legislatura. Se si volge lo sguardo verso i nuovi Renziani ci si accorge che c’è ancora molta “vecchia” politica. Prendiamo ad esempio il Parlamento: è rinnovato. Ma mancano le capacità. Non è all’altezza della situazione. E i risultati sono del tutto evidenti. Con un governo che si regge in piedi per grazia ricevuta piuttosto che meriti sul campo….
Le preferenze non sono poi l’unico problema, ma è possibile che non riescano a pensare ad una legge che si discosti dai rilievi della Corte Costituzionale? E poi se le riforme si devono fare insieme perché le debbono fare solo due partiti e per di più con un leader in cerca di agibilità politica noto alle cronache mondiali per la sua capacità di dribblare le regole?!
A mio avviso, una nuova idea di legge elettorale si doveva discostare dal rischio dell’incostituzionalità e questa ci si avvicina molto, se non altro per le affinità elettive con la precedente. Non a caso gli avvocati che hanno arrostito il Porcellum sono pronti a nuovi rilievi per fermare il nascituro Italicum.
Ecco perché condivido pienamente l’analisi di Sartori sul nuovo modello proposto per sceglierci i nostri “rappresentanti”
“Un pasticcio su un pasticcio su un pasticcio [..] Annovera una serie di toppe messe l’una sull’altra, tutte sbagliate. Da tempo sostengo che è falso che il maggioritario determini il bipartitismo nel nostro Paese [..] La verità è che il maggioritario rinforza un doppio turno che c’è ma non produce un doppio turno che non c’è. E infatti il Mattarellum ha prodotto una quarantina di partiti, alcuni composti da un persona sola”.
E aggiunge Ainis: “La rappresentatività del Parlamento. È il punto su cui batte e ribatte la Consulta, nella sentenza con cui ha arrostito il Porcellum . Significa che i congegni elettorali non possono causare effetti troppo distorsivi rispetto alle scelte dei votanti, come accadeva con un premio di maggioranza senza soglia”.
Le fresche dimissioni di Cuperlo sono un segnale dell’antipasto di una più ampia e necessaria ristrutturazione del PD, anche perché in Parlamento il corso delle cose sembra ben diverso dalle annunciazioni e i renziani in Commissione affari costituzionali non hanno la maggioranza.
Intanto Berlusconi, ancora una volta, detta la linea : “Niente attacchi a Renzi”…