Un’intervista al giorno toglie Letta di torno? Forse Matteo Renzi lo pensa. Altrimenti non si spiegherebbe la frenesia comunicativa del sindaco di Firenze e aspirante sindaco d’Italia.
Eppure il segretario del Pd dovrebbe sapere anche quanto sia arduo governare, specie quando non si tratta di un comune ma di uno Stato spesso pasticcione. Quindi qualche giudizio meno sprezzante sarebbe consigliabile, altrimenti in mancanza di battute (stile Fassina chi) l’acidità dei giudizi ha una connotazione peggiore della denotazione.
Ma tant’è. Il successo spesso da’ alla testa. E di sicuro la vittoria di Renzi alle primarie del Pd ha conferito al sindaco di Firenze una carica ulteriore per stabilire priorità e dettare tempi. Quindi bene il Jobs Act (ma siamo sicuri che una nuova legge sul lavoro produca nuova occupazione?). Benissimo un’accelerata sulla legge elettorale (ma chi pensa che ci sia una legge elettorale perfetta resterà di nuovo gabbato). Eccellente l’idea del foglio Excel per il nuovo programma del governo Letta di cui parla oggi Renzi nella intervista al Corriere della Sera.
Ma più che la ennesima paginata di intervista, oltre alle indiscrezioni pilotate e alle sapienti veline giornalistiche di moderno conio, lo scalpitante e generoso Renzi – visto che non e’ il segretario di un partitucolo della maggioranza – più che con i giornalisti potrebbe parlare con le più alte cariche dello Stato e con la stragrande maggioranza dei ministri e con l’alta burocrazia che quando non è iscritta al Pd è già in adorazione del nuovo leader.
Per evitare i pasticci governativi di cui parla Renzi, le interviste non servono: basta qualche telefonata a qualche uomo di partito del Pd nelle istituzioni, nel governo e nelle alte burocrazie.
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