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Mps, chi vuole andare a nozze con Mansi e Profumo. Fondi americani e carioca

Mentre a Siena ci si interroga sul servizio fotografico di Sette che ha ritratto un cavallerizzo Giuseppe Mussari, in altre città non solo italiane si studia il dossier Monte dei Paschi di Siena.

Il voto dell’assemblea di Mps che ha deciso l’aumento di capitale a maggio ha dato la possibilità alla Fondazione Mps, che ha evitato una costosa ricapitalizzazione a gennaio che la avrebbe costretta a diluirsi nel capitale rispetto al 33,5 per cento detenuto attualmente, di poter continuare a trovare una soluzione soddisfacente per vendere una parte delle quote. Non è infatti sfumata, anzi, quella operazione di sistema avallata anche dal Tesoro che vede altre fondazioni interessate a rilevare alcune azioni Mps possedute della Fondazione presieduta da Antonella Mansi.

È in azione infatti Giuseppe Guzzetti, non solo nella veste di presidente dell’Acri ma anche della Fondazione Cariplo che, insieme ad altri enti creditizi, cerca di fare da cuscinetto per la fondazione senese. Si parla, oltre che di Cariplo, anche di Cariverona, della Compagnia San Paolo e della Cassa di risparmio di Firenze. Il problema è il prezzo al quale rilevare le azioni di Mps – circa il 20 per cento – detenute dalla Fondazione: il piano prevede 0,12 euro ad azione, mentre la Fondazione Mps ne vorrebbe incassare intorno a 0,24 euro. Il doppio, dunque, di quanto gli altri enti siano disposti a pagare.

Ma sullo sfondo, e forse anche al di là di questa operazione di sistema, c’è comunque chi studia il dossier per partecipare all’aumento di capitale acquisendo alcune quote. Ad alcuni fondi Usa, che secondo il Corriere della Sera sarebbero interessati a entrare nel capitale del Monte anche nella partita con le fondazioni, si rincorrono voci su gruppi sudamericani, e in particolare brasiliani, che stanno cercando contatti e informazioni per valutare al meglio il dossier.


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