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Perché Putin si gioca la faccia con le Olimpiadi di Sochi

Le forze di sicurezza russe stanno creando un rigido cerchio di sicurezza attorno alla città di Sochi, dove dal 7 al 23 febbraio prossimi si svolgeranno i Giochi Olimpici d’Inverno. Droni, sottomarini, robot da ricognizione e tanti soldati. Tutto ciò che si considera necessario per proteggere la reputazione del Paese.

LE PROVE DI PUTIN
Il presidente Vladimir Putin ha provato personalmente le piste da sci di fondo e di biathlon a Krásnaya Poliana, e ha partecipato anche ad una partita di hockey sul ghiaccio di Bolshói. È in prima fila nella definizione dei sistema di sicurezza perché vuole impedire qualsiasi atto di violenza, come i due attentati di due settimane fa a Volgograd, che hanno causato 34 morti. In gioco ci sono l’immagine internazionale della Russia e il futuro politico del capo di Stato.

SALE LA TENSIONE
Secondo il New York Times è in atto una grande operazione antiterrorismo nel raggio di 300 chilometri da Sochi. Recentemente sono anche stati trovati cinque cadaveri nella regione di Stavropol, tutti uccisi con armi di fuoco. La polizia ha trovato sul posto una bomba che è stata disattivata, ma la tensione è al massimo.

LE LIMITAZIONI
Perciò, da questa settimana le forze armate russe hanno chiuso gli accessi al mar Nero vicino a Sochi e hanno limitato i movimenti dei residenti. La stampa russa sostiene che queste restrizioni preventive sono motivate dalle minacce degli estremisti islamici del Caucaso del nord.

LE NUOVE REGOLE
Ad agosto il presidente Putin ha approvato un decreto con il quale sono state programmate misure speciali di sicurezza, in vigore fino al 21 marzo. Tra le nuove regole c’è quella che gli unici mezzi di trasporto terreste a Sochi debbano essere registrati ufficialmente nella città o accreditati per i Giochi Olimpici. Fino ad ora solo 12mila hanno ricevuto tale permesso. Ci saranno inoltre vigilanza satellitare e decine di droni, sottomarini e aerei. Sochi sarà protetta così anche da possibili attacchi dal cielo.

LE FORZE DELL’ORDINE
In totale ci saranno 37mila poliziotti e soldati del ministero dell’Interno russo. Ma durante l’evento sportivo saranno più di 70mila gli addetti alla sicurezza. Secondo un’analisi di Stratfor, i russi hanno l’esperienza e la capacità necessarie per fare dei Giochi Olimpici un evento sicuro. “Il Servizio di Sicurezza Federale della Federazione Russa , o Fsb, è l’agenzia di sicurezza primaria in Russia, quella che ha sostituito il Kgb sovietico. Ha la responsabilità della sicurezza per le Olimpiadi di Sochi dal 2010. L’Fsb controllerà circa 100mila addetti alla sicurezza per garantire il corretto e sicuro svolgimento dei giochi”, ha spiegato ancora la società d’intelligence.

GRUPPO SPECIALE
In più, il sito americano ha segnalato la creazione di un gruppo militare russo soprannominato “Gruppo Operativo di Sochi”, grazie al quale è prevista la supervisione della catena montuosa da Sochi a Mineralnye Vody nei pressi della Olympic Mountain con circa 10mila soldati. Ci sarà anche un sistema informatico denominato Sorm che monitorerà il traffico Internet e di comunicazione da parte dei residenti a Sochi.

I COSTI
L’innovativo sistema di sicurezza delle Olimpiadi avrà un costo di 3 miliardi di dollari. In totale, i Giochi Olimpici 2014 costeranno 50 miliardi di dollari, una cifra record. Le Olimpiadi invernali precedenti a Vancouver nel 2010 sono costate in tutto 1,4 miliardi di dollari.

I LUOGHI A RISCHIO
Nonostante le misure di sicurezza e lo storico investimento, Sochi e i dintorni restano vulnerabili a possibili attentati. “Tentativi di attacco sono più probabili in luoghi che hanno una grande concentrazione di partecipanti, come il Parco Olimpico, nel cuore della Olympic Coastal Cluster e, forse, l’aeroporto Adler/Sochi”ha scritto Stratfor. Ma anche i locali aperti ai giochi possono essere obiettivi: l’Olympic Mountain Cluster, dove si terranno gli eventi di snowboarding e sci, Krasnaya Polyana e il collegamento ferroviario ad alta velocità tra l’Olympic Coastal e l’Olympic Mountain Cluster.

LA MINACCIA DAL CAUCASO
La guerra silenziosa di Mosca con le regioni del Caucaso è antica. “Per anni la Russia ha inferto un duro colpo contro-insurrezionale al Caucaso – in particolare il Caucaso settentrionale – che è la patria di insurrezioni separatiste fondamentaliste nate durante la prima e la seconda guerra di Cecenia e di gruppi militanti come l’Emirato del Caucaso”, ha spiegato Stratfor. Ma ci sono anche minacce da Cecenia, Daghestan e Inguscezia. Stratfor ricorda che a maggio del 2012, le autorità russe hanno sventato un complotto orchestrato dal leader del gruppo militante Emirato del Caucaso, Doku Umarov, per attaccare le Olimpiadi di Sochi.

L’INVITO DI UMAROV
A luglio del 2013, Umarov ha pubblicato un video su YouTube invitando le persone provenienti dal Caucaso (in particolare gli insorti islamici in Tatarstan, Bashkortostan e il Caucaso del Nord) a bloccare le Olimpiadi invernali. Il video suggerisce che il gruppo possa contare su pochi uomini, ma che sia comunque in grado di orchestare un attentato. Inoltre, si teme che questo video possa scatenare un effetto emulativo, ha avvertito Stratfor.


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