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Renzi e Berlusconi, lo strano tandem

Non sono affatto sconvolto dall’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Abbiamo governato insieme a Berlusconi per mesi, sacrificando idee e proposte all’immobilismo politico ed ora proprio quelli che hanno sostenuto queste “larghe intese” vogliono dire “nessun incontro o cade il governo?”.

Facciamo chiarezza: 1) se cade il governo e si torna alle urne, beh potrebbe essere anche una bella cosa, 2) ma se torniamo alle urne con questa situazione sarà una pessima scelta.

Beppe Grillo, come suo costume, non collabora. Alle proposte di Renzi di trovare un accordo sulla legge elettorale ha risposto con qualche no, qualche sbuffonata e poi con una richiesta di “pazienza” in vista del referendum online che dovrebbe dire si o no ad una collaborazione con il PD.

Insomma, l’immobilismo della finta democrazia.

Ha fatto bene Renzi, quindi, ha dire “basta, non perdiamo altro tempo” e ha fatto bene a convocare il leader dell’altro partito d’opposizione, ossia Silvio Berlusconi.

Uso le parole di Pippo Civati, dal suo blog, perché condivido ogni singola parola del suo articolo:

“A me sembra semplicemente assurdo: Renzi ha vinto il congresso, ha deciso di incontrare Berlusconi (cosa che aveva già fatto, anche in primavera quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica), e di provare il tutto per tutto sulla legge elettorale.

Personalmente, non sono d’accordo su tutto, anzi, ma credo che il tentativo sia giusto, e al di là del metodo, delle parole e delle modalità, penso che si debba andare fino in fondo: la legge elettorale è una priorità, lo si sente ripetere da un secolo, e ora che lo è davvero, cerchiamo di portarla a casa.

Una sinistra vera fa così, secondo me. Riservandosi il diritto di critica non per fermare i processi, ma per migliorarli, renderli più trasparenti e convincenti. E fare quello per cui gli elettori ci hanno votato, non il contrario, che invece per qualcuno sembra essere l’unico criterio. E non è bastato nemmeno l’anno che abbiamo passato per rendersene conto.”

Quello su cui dobbiamo discutere, semmai, non è l’incontro tra Silvio e Matteo, bensì la creatura che ne verrà fuori: quale è la proposta di legge elettorale? Su questo mi sembra ci sia ancora molta confusione, si oscilla dal modello spagnolo a quello tedesco, si pensa ad un ispano-tedesco corretto, ma che vuol dire?!

Sul contenuto tornerò a parlare, devo prima capire cosa accade.

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