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Salvadori: mancanza di alternativa, l’anomalia atavica e patologica dell’Italia

Quel che e’ fisiologico in ogni altro Stato dell’Europa occidentale, l’alternativa di governo tra partiti  e schieramenti diversi, e’ l’anomalia italiana che dura da 153 anni, dall’Unita’ del 1861 agli anni ’90 del XX° secolo, atavica e patologica: l’assenza dell’alternativa di governo che non sia stata dovuta al crollo dei tre regimi succedutisi in sequenza, quello liberale, quello fascista e quello repubblicano o alla cruenta crisi organica del sistema politico, il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Non solo, ma oggi “viviamo la quarta anomalia: al piu’ grande Partito Comunista dell’Occidente non e’ succeduto, dopo il crollo del Muro di Berlino, un grande Partito del Socialismo europeo”. E’ la tesi originalissima, sulla base di una documentata e forse unica ricostruzione, di ‘Storia d’Italia. Crisi di Regime e Crisi di Sistema’ salvadoridello storico e professore emerito dell’Universita’ di Torino, Massimo L. Salvadori, che da’ corpo e quindi consente di leggere l’attuale irrisolta e convulsa transizione alla Terza Repubblica. Come se ne esce? Vien subito da chiedere. “Lo storico non fa previsioni, ne’ fornisce soluzioni: spetta alle forze politiche trovare la via d’uscita. Certo e’ che il nostro Paese da 153 anni non permette al “nucleo dell’opposizione” di assurgere a forza di governo ed al “nucleo di governo” di diventare, viceversa, opposizione se non al prezzo altissimo di una rottura cruenta, del crollo del regime, prima quello liberale poi il Ventennio fascista quindi la Repubblica”. Insomma, al posto dei fisiologici avvicendamenti al governo del Paese tra partiti e schieramenti alternativi, ad esempio progressisti e conservatori, come avvenuto ed avviene nei paesi europei, l’Italia ha dovuto subire il traumatico crollo di tre regimi e da ultimo ben ‘due crisi di sistema’, altrettanto devastanti: la fine della Prima Repubblica e il disfacimento della Seconda con il naufragio del ‘bipolarismo’ sorto dalle elezioni del 1994. Un bipolarismo – centro-sinistra e centro-destra – impefetto o comunque non in grado di portare l’Italia al livello dei piu’ avanzati sistemi europei dove l’alternanza al governo e’ non solo prescritta ma praticata. “Sono trascorsi ben vent’anni e la speranza e’ andata inesorabilmente e completamente persa –  sostiene Salvadori – La Seconda Repubblica si e’ rivelata sconquassata ed inconcludente. E pur se si e’ attivata l’alternanza al governo di maggioranze e opposizioni che in passato era mancata, sono restate invariate instabilita’ delle coalizioni, legislature interrotte prima del tempo, guerra ideologica, incapacita’ di attuare le riforme pure annunciate e proclamate come fondamentali, irrinunciabili e il sistema e’ rimasto, di fatto, bloccato”. La patologica atavica anomalia italica della mancanza di alternanza ha prodotto, chiarisce lo storico, un’ulteriore degenerazione: la contrapposizione tra ‘stato’ ed ‘anti-stato’, per l’identificazione assoluta del “nucleo di governo” con lo Stato e pratiche odiose di clientelismo, parassitismi, corruttela e per la configurazione del “nucleo di opposizione” con l’emarginazione, l’isolamento, il ribellismo fine a se stesso. Da cio’ la crescente disaffezione dei cittadini, la loro ‘non integrazione’ con le istituzioni per la barriera opposta da una burocrazia infeduata alla politica, inefficiente e corrotta. E se la grande occasione di rinnovamento mancata fu quella del 1947 quando all’Assemblea Costituente si scelse per l’accordo tripartito – Pci, Dc, Psi – ‘la repubblica parlamentare’ rispetto alla ‘repubblica presidenziale’ proposta piero-calamandrei.jpg w=500dal giurista ed azionista Piero Calamandrei per attuare con la nascente repubblica la ‘rivoluzione liberale’ sognata da Piero Gobetti? “Certo, fu un passaggio importante, che ha segnato la storia repubblicana”, e’ la risposta di Salvadori il cui cruccio maggiore e’ oggi “la svalutazione della storia come strumento di conoscenza” che negli ultimi anni si e’ accelerato ed aggravato. Che lezione, allora, ricavare da un preziosissimo excursus storico, come questo di Salvadori? Che se il nostro paese e’ oggi il fanalino di coda rispetto all’ammodernamento costante degli altri paesi europei devastati, come il nostro, dal nazi-fascismo, noi non abbiamo fatto ne’ un processo di Norimberga, anzi il contrario: con il decreto di amnistia del ’46 per i reati commessi dai gerarichi e collaborazionisti del Regime, e’ stata lasciata al suo posto la burocrazia e non toccata la struttura statale del Ventennio, e non abbiamo avuto ne’ la forza ne’ il coraggio di sancire e praticare nei fatti, come ad esempio in Francia, una separazione netta tra Stato e Chiesa, sulla base del principio, fermo restando il diritto alla liberta’ religiosa, della ‘non ingerenza’ della Chiesa nello Stato e nelle sue istituzioni, quindi nella politica dove la presenza del Vaticano ha pesantemente condizionato, compresa buona parte della sinistra, la politica italiana e con essa l’emancipazione, l’evoluzione e il progresso della societa’ civile.

 

 



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