Non è bello, non mi piace e non ho nemmeno voglia di fare da controcanto alle critiche infondate che sono piovute contro il regolamento AGCOM sul diritto d’autore on line. Continua a farsi sentire una frangia violenta di scrittori, per lo piu’ legulei, capaci di invertire il senso delle parole e di dare ai fatti interpretazioni malevole che mi spingono tutte le volte a chiedermi perché chi ha la responsabilità editoriale di quel giornale, sito o blog, lascia che siano pubblicate falsità e sciocchezze create probabilmente ad arte per attrarre lettori ed avere visibilità.
Ed è così che un semplice rinvio del dibattito sul regolamento alla Camera, diventa una notizia se viene fatta passare come un’inammissibilità di interventi e repliche. Così come, allo stesso modo, le congratulazioni della Commissione Europea, che ben possono arrivare per molti canali, diventano un intrigo internazionale. Infatti esce fuori una lettera contenente i rilievi europei alla delibera che all’epoca era solo in bozza e i detrattori la trasformano in un orpello per chiedere un’ulteriore notifica della versione finale a Bruxelles. Un atto non dovuto e che semplicemente non esiste. Altrimenti nel caso sarebbe l’Europa a chiederlo e non certamente un quisque de populo.
Non si può fare a meno di notare che i piu’ critici sono quelli che non hanno interessi diretti lesi dal regolamento. Non sono interessati e nemmeno controinteressati dalla delibera.
Giusto ieri il Presidente Angelo Marcello Cardani è intervenuto alla Camera dei Deputati (TESTO INTEGRALE), ed ha difeso con fierezza l’operato di AGCOM sottolineando soprattutto le novità intervenute nella versione finale. E non ha mancato quindi di stressare i capisaldi della nuova delibera e senza nessuna reticenza ha dichiarato: “Da piu’ parti si è auspicato l’intervento organico del Legislatore sul tema, se accadrà l’AGCOM ovvviamente è pronta ad adeguarsi”. Ma stando ai fatti, nuovi interventi di revisione sulla normativa del copyright avverranno, se avverranno, non prima di 2 anni.
Dunque è viva e urgente la necessità di avere un regolamento che non chiede ai provider fornitori di accesso, di attivare la famigerata DPI. Nessuna forma di filtraggio automatizzato sulle macchine e nemmeno il tanto temuto controllo preventivo. Mente chi afferma il contrario, ossia che questo regolamento promuove la censura dei contenuti e obbliga gli operatori di accesso a fare gli sceriffi della rete. Nella delibera non c’è niente di tutto questo.
Il Presidente Cardani ha precisato che “AGCOM interverrà solo a seguito di istanza, non d’ufficio. Il procedimento è abbreviato perché il danno a un’opera si concretizza in un tempo rapidissimo”. E ancora: “Le procedure N&TD come ad esempio quelle di Youtube restano in piedi, sono preferibili ma non precludono il procedimento in Agcom”.
Tante belle novità ancora devono arrivare. Sta partendo una campagna di informazione per educare alla fruizione legale dei contenuti online anche attraverso le determinazioni di un comitato che potrà sviluppare accordi di licenza e modifiche delle finestre temporali di distribuzione dei contenuti. Di questo sarebbe utile discutere insieme anche a quelli che oggi sono i piu’ critici e che invece ci obbligano ogni volta a smentirli con defatiganti post di chiarimento.
*Dario Denni è promotore de l’Osservatorio della Rete.