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Vi spiego perché le armi chimiche siriane a Gioia Tauro non sono un rischio

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo questo articolo di Alessandra Nucci uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Le armi chimiche siriane sono in viaggio verso l’Italia, a Gioia Tauro monta la protesta, il sindaco minaccia di chiudere il porto per impedire l’attracco alla nave che le trasporta. Ma è come un topolino che lancia una sfida un potere planetario: l’Opac, Organizzazione per la Proibizione delle armi chimiche, nell’ambito delle sue competenze, è quasi onnipotente, può dare ordini ai 190 stati sovrani, cioè a quasi tutti gli stati del mondo, che hanno firmato la Convenzione sulle armi chimiche.

Può mandare ispettori dove vuole, far chiudere le industrie e cessare attività, e gli stati dove si reca sono obbligati a mettere la propria polizia ai suoi ordini.

Titolare di questo potere impressionante è Ahmet Üzümcü, direttore generale dell’Opac, che, in dicembre, ha ritirato, a nome dell’organismo, il Premio Nobel per la pace 2013. A Bologna per essere insignito della Medaglia d’Onore dell’Accademia delle scienze e del Sigillum Magnum dell’Alma Mater Studiorum, ci ha tenuto a tranquillizzare sull’arrivo delle armi chimiche anche tramite le colonne di ItaliaOggi.

Domanda. Le preoccupazioni degli italiani per le armi chimiche siriane in arrivo non sono giustificate?

Risposta. Non nego che si tratti di armi molto pericolose, ma sono già state disattivate. Inoltre saranno qui solo in transito, praticamente sempre a bordo di navi.

D. Ci può descrivere cosa avverrà?

R. Le armi arrivano a bordo di una nave danese, predisposta per far salire dei veicoli di trasporto. Dunque saranno caricate, restando chiuse in contenitori sigillati, su dei camion, che scenderanno dalla nave danese e saliranno direttamente sulla nave americana Cape Ray, per essere portate in alto mare, dove verranno distrutte.

D. Chi effettuerà il trasbordo?

R. Personale altamente specializzato e ben addestrato. E i nostri esperti Opac, in collaborazione con gli esperti americani, danesi, norvegesi e naturalmente italiani, saranno sempre presenti a controllare il rispetto dei regolamenti di sicurezza.

D. Quanto tempo occorrerà?

R. All’incirca due giorni, non di più.

D. In che mari avverrà la distruzione?

R. Ancora non è stato stabilito, ma comunque lontano da terra. Gli americani lo stanno decidendo in queste ore.

D. Dopo questa spedizione, ce ne saranno altre?

R. No, sarà un’unica spedizione.

D. Cos’altro possiamo scrivere per aiutare gli abitanti di Gioia Tauro a stare tranquilli?

R. Che siamo sempre a disposizione per dare chiarimenti, e forniamo continui aggiornamenti alle Ong interessate, come abbiamo fatto ieri alle Ong presenti all’Aia.

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